di CRISTINA FAVENTO
La Slovenia si appresta a vivere un Carnevale all’insegna della tradizione. Per celebrare il periodo più colorato dell’anno, le diverse regioni slovene vantano una grande varietà di maschere e di riti tramandati da generazione in generazione. Tra le figure più caratteristiche, spiccano bizzarri nomi slavi come i pozvacin del Prekmurje, le šeme di Kostanjevica e gli škoromat dei Brkini fino alle mackare di Dobrepolje. Famose sono le streghe di Cernica e i laufari di Cerkno, figuranti che portano in testa maschere di legno dette appunto larfe. Gli abitanti di Dreznica, invece, riesumano i “psti”, gli antichi costumi fatti con pelli di pecora e strisce di stoffa colorate, per dare vita a una battaglia a suon di cenere. Le maschere più popolari della Slovenia, però, rimangono i kurent (o korant) di Ptuj, molto simili ai krampus che sfilano nel corso delle festività natalizie in Austria e nella nostra regione.
Durante il Carnevale, nelle piane di Ptujsko e Dravsko polje e delle Haloze, i kurent si muovono in gruppo di casa in casa, accompagnati da altre figure burlesche. Spaventano gli spiriti maligni con il rumore dei campanacci e con bastoni che portano sulla cima aculei di porcospino. Sono vestiti con elaborati costumi assemblati con pelli e pellicce di pecora e cinti da una catena dalla quale, oltre ai pesanti campanacci, pendono i fazzoletti che originalmente servivano a conquistare le simpatie delle ragazze. Una volta, infatti, questo travestimento poteva essere indossato solo da giovani ragazzi non sposati. Oggi, invece, l’abitudine di mascherarsi coinvolge anche uomini già maritati, donne e bambini, perché i kurent sono ormai una sorta di popolare emblema nazionale. Figurano sui francobolli, partecipano a molte manifestazioni folcloristiche e possono essere ammirati per tutto l’anno nell’apposita sezione del museo ospitato nel castello di Ptuj.
Cacciatori magici dell’inverno, rappresentano un’incarnazione dionisiaca, a celebrazione dei sovvertimenti carnevaleschi. Da qui l’aspetto spaventoso del costume, corredato da tremende maschere rosse e da copricapo ornati di corna, penne e nastri variopinti. Il caratteristico passaggio dei figuranti, che suonano con energia i loro campanacci e travolgono allegramente i centri abitati, in sloveno viene chiamato “kurentovanje”.
Il più grande viene organizzato ogni anno, dal 1960, il sabato grasso a Ptuj, la più antica città del Paese. Piccolo gioiello architettonico circondato da colline e vigneti, la cittadina è cinta da alte mura e romanticamente attraversata dal lento fiume Drava. Oltre ai due monasteri e al castello (dove si trova il Museo regionale che custodisce reperti sulla ricca storia della città e dei suoi signori), spicca nell’agglomerato di impianto medievale il Municipio, ricostruito all’inizio del ventesimo secolo sulle fondamenta di un edificio tardo-gotico. Il kurentovanje di Ptuj (informazioni in inglese su www.kurentovanje.net/en) è la più grande manifestazione culturale-etnologica in Slovenia e ogni anno viene seguita da più di centomila persone. Dura alcuni giorni e, accanto ai kurent e a maschere più moderne, ripropone anche altre figure carnevalesche tradizionali e antichi usi e costumi slavi.
Dai paesini circostanti, ad esempio, arrivano gli aratori, che nei secoli passati propiziavano un buon raccolto con i primi solchi, accompagnati dalla “rusa” (maschera che rappresenta genericamente animali quadrupedi o bipedi), dal diavolo, i nonni, gli zingari, le fate e dai “ploharji”, che devono trascinare una trave attraverso il villaggio.
L’edizione 2010 del kurentovanje, la 50ª consecutiva, sarà celebrata da un ricco programma che vivacizzerà le vie e le piazze della cittadina dal 6 al 16 febbraio, con performance di teatro di strada, concerti ed esibizioni artistiche. La sera sono previsti divertimenti e feste in maschera, con esibizioni di gruppi popolari, nonché di gruppi musicali locali ed esteri. La manifestazione raggiungerà l’apice domenica 14 febbraio, con il tradizionale corteo carnevalesco internazionale dove sfileranno centinaia di chiassosi kurent, per concludersi martedì grasso, quando il Pust (Carnevale) verrà sepolto.
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il Piccolo — 04 febbraio 2010 pagina 29 sezione: CULTURA - SPETTACOLO