Quando si cammina si aprono delle porte. Le "soglie" sono state definite da Luigi Nacci nel libro "Alzati e cammina": un'ottima definizione. Ogni volta che ci affacciamo a una soglia vediamo una prospettiva nuova, vediamo e sentiamo cose che stanno oltre al luogo che ci ha fino a quel momento contenuti, che abbiamo alle spalle. Potrebbero essere belli o brutti gli spazi, non importa. Si tratta semplicemente di ricordare sempre che c'è dell'altro.
Qualche settimana fa, tornando a casa da un cammino di qualche giorno, ho incontrato un uomo su un bus. Era sulla cinquantina, magro. Aveva un'aria molto tranquilla. C'erano diverse persone sul bus ma lui, dopo un po' che se ne stava in piedi in silenzio, è venuto proprio da me e mi ha offerto un regalo. Credo a incoraggiarlo sia stato il sorriso aperto che ogni viandante si ritrova stampato in viso dopo qualche giorno che porti piedi, cuore e occhi a spasso per il mondo.
L'uomo mi ha porto un foglio di carta. Poi, da un'altra tasca, ha estratto un ciondolo e l'ha sollevato in alto facendolo dondolare, come a chiedere il mio assenso. Ho aperto il palmo della mano e lui ci ha appoggiato sopra un simbolo sacro. "Pregherai per me?", mi ha chiesto con tono molto gentile e pacato, come se stesse commentando la pioggia che aveva iniziato a scendere.
Ho risposto di sì. E' stata una promessa molto spontanea, anche se non sono cattolica, o qualcos'altro. Credo che anche una persona laica possa pregare, con molta fede, e con molta passione.
Poi siamo rimasti in silenzio, e qualche minuto dopo sono scesa. Ci siamo augurati buona giornata. Su un lato del foglio che mi ha dato c'era il testo che vi riporto sotto.
Ci ho messo un po' di giorni prima di leggere quel foglio.
Ecco, volevo condividere con voi questa piccola storia, su quelli che ormai da anni chiamo i regali del cammino. Sono grata a quell'uomo, anche se non so chi sia. In una delle domande che troverete c'è scritto che il regalo più grande che uno può fare a se stesso è perdonarsi. Vi auguro quindi di mettervi in cammino e di riuscire a perdonarvi.
Ventiquattro domande e ventiquattro risposte
Il giorno più bello? Oggi.
L’ostacolo più grande? La paura.
La cosa più facile? Sbagliarsi.
L’errore più grande? Rinunciare.
La radice di tutti i mali? L’egoismo.
La distrazione migliore? Il lavoro.
La sconfitta peggiore? Lo scoraggiamento.
I migliori professionisti? I bambini.
Il primo bisogno? Comunicare.
La felicità più grande? Essere utili agli altri.
Il mistero più grande? La morte.
Il difetto peggiore? Il malumore.
La persona più pericolosa? Quella che mente.
Il sentimento più brutto? Il rancore.
Il regalo più bello? Il perdono.
Quello indispensabile? La famiglia.
La rotta migliore? La via giusta.
La sensazione più piacevole? La pace interiore.
L’accoglienza migliore? Il sorriso.
La miglior medicina? L’ottimismo.
La soddisfazione più grande? Il dovere compiuto.
La forza più grande? La fede.
Le persone più necessarie? I sacerdoti.
La cosa più bella del mondo? L’amore.
Madre Teresa di Calcutta