Nello sguardo di Enzo Mari, autorevole barbuto creatore di oggetti che hanno lasciato il segno negli albi d’oro del design italiano ed internazionale, si coglie un mondo.
Un mondo creativamente fecondo, ordinato per archetipi di riferimento, ricco di speculazioni; un mondo di continua incessante ricerca, fatto di consapevoli evoluzioni e cambiamenti necessari; un mondo che origina onestamente nuove soluzioni, che non si limita a forme vuote e non ci soffoca di ridondanti sovrapproduzioni; un mondo di comunicazione effettiva, basato sui cardini di alfabeti universali e di linguaggi condivisi; un mondo in cui lui ha deciso di credere a scapito di ogni legittima obiezione. Perché la sua filosofia è una fede da non mettere in discussione, è un modello di mondo che per più di cinquant’anni ha tenacemente cercato di trasmettere agli altri; è la proiezione di un mondo utopico cui tendere perché, indipendentemente dalla sua effettiva possibilità di realizzazione, resta comunque l’unico che valga la pena di realizzare: quello che si legge nei suoi occhi è un mondo etico.
Enzo Mari, (tra) etica e design
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di Cristina Favento, pubblicato su Fucine Mute
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