
"Aspettatevi di rivivere alcuni frammenti di quel grande cambiamento culturale, umano e scientifico che c’è stato a Trieste a partire dagli anni ‘70, e che ha poi investito il mondo intero" ha annunciato Cirri "Cercheremo di rievocare, evitando le facili beatificazioni, con il nostro consueto approccio informale. Faremo parlare soprattutto Beppe, che questo percorso l’ha fatto ed è un grande narratore".
Che cosa significa la riforma Basaglia per chi, come lei, affronta quotidianamente il mondo del disagio mentale?
In estrema sintesi, a chi ti sta davanti è stata restituita la sua dignità di persona; oggi si parla di soggetto attivo, pur con tutto il suo diasagio. È un cambiamento irreversibile, sia per chi cura, sia per chi ne soffre. Ben diverso è prendersi cura di chi è senza diritti.
Lei è il curatore de “La Fabbrica del cambiamento”, una serie di iniziative organizzate qui a Trieste in occasione dei 30 anni della riforma Basaglia, quali sono i prossimi eventi in programma?
Stiamo lavorando assieme a Lella Costa e Paolo Fresu all’ideazione di un racconto teatrale per voce e tromba. Forse riusciremo ad inserire in cartellone una piccola anticipazione di Marco Paolini, impegnato da anni a raccogliere materiale su un progetto di sterminio nazista di persone con problemi mentali. Infine, Ascanio Celestini ripercorrerà la storia dei manicomi italiani con lo spettacolo teatrale “La pecora nera”. Per maggiori informazioni rimando al nostro sito http://www.lafabbricadelcambiamento.it/.
di Cristina Favento, pubblicato sul quotidiano "Il Piccolo" di sabato 3 agosto 2008
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