La fortunata 56° edizione del Carnevale di Muggia, che nei giorni scorsi ha portato migliaia di festose maschere variopinte nelle calli e nelle piazze della cittadina, si è scenograficamente conclusa ieri con le cerimonie per i funerali del Carnevale. Si ritiene che il gesto purificatorio sia simbolicamente legato all’arrivo della Quaresima imminente. La tradizione, piuttosto diffusa nei paesi di origine cristiana, di celebrare un rituale funebre in chiave farsesca si perde nella notte dei tempi. A Muggia, sembra sia stata l’Ongia, che quest’anno ha celebrato i settant’anni dalla fondazione, a riportare in auge l’antica usanza. Il gruppo si è dato appuntamento ieri pomeriggio, alle 15.30, in Calle Pancera, per dare inizio ad un corteo funebre seguito da un gran falò ai Giardini Europa. Ma anche i Mandrioi non si sono sottratti al proprio dovere, ritrovandosi alle 16.30, in largo Amulia, per una teatrale veglia funebre alla presenza dell’inconsolabile vedova “Giovanna”, impersonata dal presidente dei Mandrioi. A bordo di una carrozza nera e dorata, costruita apposta per l’occasione, è arrivato il feretro del compiantissimo Re Carnevale – si è prestato all’occorrenza il simpatico signor Berto – assieme ai finti preti. A sostenere tutti i presenti in questo triste momento, ci hanno pensato la Guggen Band de Muja, vin brulé e crostoli a volontà.Dopo le celebrazioni, la salma del povero Re Carnevale è stata imbarcata al molo di Caliterna per esser buttata a mare. Alle 19, infine, dopo la raccolta di vino e uova, ha avuto luogo a Santa Barbara l’ultima cerimonia di chiusura del Carnevale muggesano, organizzata dalla Lampo. Dopo aver dato alle fiamme anche il proprio fantoccio di Re Carnevale, assieme ai partecipanti delle diverse compagnie, i presenti si sono riuniti alla “Pignata” per ‘consolarsi’ a suon di vino, musica e allegria.
di Cristina Favento,
pubblicato su "Il Piccolo", febbraio 2009
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