Energia creativa che si fa ritmo inarrestabile e coinvolgente, detto in altre parole: Stomp. Dall’1 al 3 maggio, per le terza volta a Trieste, l’ormai nota formazione britannica si è scatenata per un’intensa tre giorni al Rossetti che ha fatto tremare il teatro.
Sempre aggiornata ed arricchita di nuovi numeri, da quindic’anni la formula funziona. L’idea semplice e geniale di Luke Cresswell e Steve McNichols, riscoprire la realtà che ci circonda attraverso gli affascinanti suoni che si nascondono negli oggetti più comuni, si fa in tutto il mondo spettacolo. Una sorta di fenomeno globale piuttosto originale nel panorama teatrale. Uno spettacolo senza trama, né personaggi, né parole che celebra la potenza della fantasia e dell’entusiasmo e porta con sé un messaggio genuino e speranzoso “si può davvero creare dal nulla”. E dal rumore magicamente nasce la melodia.
Sempre aggiornata ed arricchita di nuovi numeri, da quindic’anni la formula funziona. L’idea semplice e geniale di Luke Cresswell e Steve McNichols, riscoprire la realtà che ci circonda attraverso gli affascinanti suoni che si nascondono negli oggetti più comuni, si fa in tutto il mondo spettacolo. Una sorta di fenomeno globale piuttosto originale nel panorama teatrale. Uno spettacolo senza trama, né personaggi, né parole che celebra la potenza della fantasia e dell’entusiasmo e porta con sé un messaggio genuino e speranzoso “si può davvero creare dal nulla”. E dal rumore magicamente nasce la melodia.
Innumerevoli gli “strumenti” utilizzati: si va dai tradizionali assolo di bastoni e bidoni che si trasformano a poco a poco in contrappunti corali, alla raffinata sinfonia dei tubi di gomma, sino agli originali quartetti per accendini e acquai, new entries dello show.
È difficile descrivere gli interpreti di Stomp, gli otto artisti in scena sfuggono alle categorizzazioni. Si trasformano da musicisti senza strumenti ad attori da cabaret, da spiritosi clown metropolitani a tribali danzatori contemporanei, da prestanti acrobati ad eccezionali percussionisti.
Capaci di costruire e comunicare un personaggio con pochi gesti, mescolano consumate abilità mimiche ad una simpatia e un carisma che riescono a coinvolgere il pubblico più eterogeneo.
Un teatro fatto di ironia rumorosa che contagia, un roboante inno alla vitalità.
di Cristina Favento
Pubblicato sul NTWK di giugno 2007
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