La retrospettiva del Trieste Film Festival, tradizionalmente dedicata ad un autore di particolare rilievo e originalità nella storia del cinema europeo, ha visto quest'anno protagonista Fredi Murer. Oltre ad essere un regista indipendente di fama internazionale, il poliedrico autore svizzero è anche direttore della fotografia, attore, montatore, sceneggiatore, produttore e documentarista.
La sua intraprendente personalità si riflette nella varietà e complessità dei suoi lavori, purtroppo ancora poco noti in Italia, che spaziano dal lungometraggio di finzione al corto d'avanguardia, dal documentario al ritratto d'artista, dall'home video ad azioni d'intervento politico vero e proprio.Il suo è dunque un fare cinema a tutto tondo che offre numerosi spunti di ricerca e riflessione. Ai suoi oltre quarant'anni di attività è stato dedicato anche un volume, intitolato anch'esso La luna, i falò e curato da Paolo Vecchi, che raccoglie saggi, lettere, testimonianze ed una lunga intervista.La retrospettiva ha riproposto al pubblico del festival parte della filmografia realizzata da Murer, che ha personalmente selezionato e introdotto i propri lavori presentando le proiezioni in sala.
La sua intraprendente personalità si riflette nella varietà e complessità dei suoi lavori, purtroppo ancora poco noti in Italia, che spaziano dal lungometraggio di finzione al corto d'avanguardia, dal documentario al ritratto d'artista, dall'home video ad azioni d'intervento politico vero e proprio.Il suo è dunque un fare cinema a tutto tondo che offre numerosi spunti di ricerca e riflessione. Ai suoi oltre quarant'anni di attività è stato dedicato anche un volume, intitolato anch'esso La luna, i falò e curato da Paolo Vecchi, che raccoglie saggi, lettere, testimonianze ed una lunga intervista.La retrospettiva ha riproposto al pubblico del festival parte della filmografia realizzata da Murer, che ha personalmente selezionato e introdotto i propri lavori presentando le proiezioni in sala.
Spiccano tra le sue produzioni giovanili i ritratti, particolarmente brillanti e fantasiosi, che il regista ci ha regalato di alcuni amici artisti dell'epoca: Cicoria: dodici appunti schizoframmentari sulla vita del conte Ivan Merdreff (1966); Bernhard Luginbül (1966) e Sad is fiction (1969) dedicato al poeta zurighese Alex Sadkowsky. Imperdibile la proiezione di Höhenfeuer (I falò, 1985), stupefacente ritratto incestuoso dal tragico epilogo in un maso tra le montagne svizzere, considerato dai critici uno dei capolavori della storia del cinema. Da vedere anche l'inquietante Vollomond (Luna piena, 1998), girato dopo i 13 anni di silenzio seguiti a I falò, molto distante dall'atmosfera senza tempo del film precedente. Tra una presentazione e l'altra, abbiamo avuto il piacere di chiacchierare lungamente assieme a questo grande autore e professionista.
leggi l'intervista su Fucine Mute
di Cristina Favento
foto di Giulio Donini
Ciao Cristina, ma quanti fan! Io non ti conosco ma vedo che attraverso la scrittura esprimi bene le tue passioni! Leggerò il tuo blog perchè quello di cui parli mi potrebbe interessare per la redazione del mio...Saluti
RispondiEliminaGrazie, attendo altri commenti allora. Ho dato un'occhiata e mi sembra un'idea interessante unire consigli di viaggio e notazioni politiche. Buon lavoro!
RispondiEliminaCristina