28 settembre 2007

LE GIORNATE DEI CASTELLI IN FRIULI VENEZIA GIULIA

Domani e domenica sarà in corso la nona edizione delle Giornate dei Castelli, un’opportunità per scoprire le più belle fortificazioni della nostra regione, conoscerne la storia e approfondire gli aspetti ambientali, culturali e artistici. La manifestazione, organizzata simultaneamente su tutto il territorio nazionale dall’Istituto Italiano dei Castelli con il patrocinio del Ministero dei Beni Culturali, offre, infatti, la possibilità di visitare castelli solitamente chiusi al pubblico, di assistere a tavole rotonde o dibattiti, di osservare restauri e scavi, di partecipare a mostre e celebrazioni.
La sezione Friuli Venezia Giulia riprorrà le tradizionali visite al forte di Cormòns e alle mura di Cividale, con percorsi diversi rispetto alle precedenti edizioni. Quali nuovi siti da visitare, ci saranno gli splendidi castelli di San Vito al Tagliamento e Zoppola; altra novità sarà il sito di Artegna, dove in questo momento si stanno ancora svolgendo degli scavi, aperti per l’occasione al pubblico.
Proprio qui è previsto domani, alle ore 10, il primo appuntamento in programma: l’archeologo Luca Villa guiderà una visita agli scavi del sito per poi proseguire al Forte di Osoppo. A Cormòns, alle ore 17, ci sarà l’apertura delle manifestazioni presso la Chiesa della Beata Vergine del Soccorso; a seguire un dibattito sul caso del Castello di Còrmons con le autorità cittadine, i rappresentanti dell’Istituto Italiano Castelli e l’associazione Fulcherio Ungrispach.

L’intensa giornata di domenica inizia, invece, a San Vito al Tagliamento. Alle ore 9, Giovanna Stringher guiderà i partecipanti alla scoperta del Castello e del centro storico sanvitese, per proseguire poi il tuor, alle ore 11.45, alla fortezza dei Conti Panciera di Zoppola Gambara. Le visite a Cormòns continueranno nel corso di tutta la giornata, mentre alle ore 19 si terrà una conferenza del professor Roberto Tirelli su “Massimiliano I Signore di Cormòns”.
A Cividale, dalle ore 15.30, l’architetto Giuliano Quendolo accompagnerà il pubblico in un affascinante itinerario alla scoperta delle particolarissime architetture stratificate della cittadina, con preesistenze romane, tardo-medioevali e medioevali delle mura; il tutto integrato con l’illustrazione di alcuni disegni esplicativi del sistema fortificato cividalese. La partenza è fissata a partire da via Canussio, dove sarà possibile visitare il peculiare complesso archeologico di Casa Canussio, normalmente chiuso al pubblico. Alle ore 17.30, da non perdere l’occasione di visitare il Monastero di S. Maria in Valle, aperto appositamente per le Giornate Europee del Patrimonio. La manifestazione si chiuderà con una relazione Alessandra Quendolo, presidente della sezione FVG Istituto dei Castelli. Tutte le iniziative sono a ingresso gratuito.

Per assaggiare un buon boccone tra una visita e l’altra, oltre alla storica e nota locanda “Ai tre rè” a Cividale, potete puntare all’osteria “Al vecchio castello” a S.Vito (via g.marconi 8, tel.0434-833271), che spazia da frico e san daniele a gnocchi d’anatra e calamari fritti.
di Cristina Favento,
pubblicato su Il Piccolo di venerdì 28 settembre 2007

UNA MAGLIA ROSSA IN SOSTEGNO ALLA BIRMANIA

Una maglietta o un nastro rosso in sostegno della Birmania. E' la parola d'ordine che corre sui blog e sui cellulari, una catena di sms per un gesto di solidarietà a favore dei monaci buddisti e del popolo birmano.


Questo è l'invito che sta circolando in queste ore via sms: "In support of our incredibly brave friends in Burma: may all people around the world wear a red shirt on Friday, September 28. Please forward!" (a sostegno dei nostri amici incredibilmente coraggiosi in Birmania: venerdì 28 settembre indossiamo tutti quanti, in tutto il mondo, una maglietta rossa).

Un testo analogo in lingua italiana circola anche nei blog: "Venerdì 28 settembre indossiamo una maglia rossa. Chiunque legga questo messaggio lo trasmetta a quante più persone sensibili a questo gravissimo problema gli sarà possibile. GRAZIE DI CUORE".

La sezione italiana di Amnesty International, con l'obiettivo di mobilitare opinione pubblica e governi, ha indetto due sit-in a Roma e a Milano e ha lanciato un appello on line in favore di un gruppo di parlamentari, monaci e artisti arrestati nelle ultime ore a Yangon, a Mandalay e in altri centri del paese.

I sit-in - si legge in una nota dell'organizzazione - si svolgeranno domani a Roma (dalle 17.30 di fronte all'ambasciata del Myanmar, in via della Camilluccia 551) e sabato a Milano (dalle 16.30 in piazza della Scala).

Articolo tratto da repubblica.it
Spesso non si ha il tempo, l'interesse, la voglia o l'energia per reagire ma, se non sempre, almeno ogni tanto, è bello riscoprire il valore di poter fare e dire qualcosa. A volte un piccolo gesto può fare tanto.
Non lasciamo che il mondo vada avanti da solo.
Cristina Favento

27 settembre 2007

23 settembre 2007

L’UOMO CHE MENTE (L’Homme qui ment)

Regia: Alain Robbe-Grillet
Soggetto: Alain Robbe-Grillet
Sceneggiatura: Alain Robbe-Grillet
Fotografia: Igor Luther
Montaggio: Bob Wade
Musiche: Michel Fano
Origine: Francia/Cecoslovacchia 1968
Produzione: Como Film Lux CCF (Parigi), Cescoslovenscy Film (Bratislava)
Distribuzione: IDIEF - Magnum 3B
Durata: 97’

Premi: Festival di Berlino (1968): miglior attore (Jean-Louis Trintignant)

Interpreti: Jean-Louis Trintignant (Boris Varissa), Sylvie Breal (Maria), Suzana Kocurikova (Laura), Catherine Robbe-Grillet (la farmacista), Silvie Turbovà (Silvia), Ivan Mistrik (Jean), Dominique Prado (Lisa), Josef Kroner (Frantz).

A vent'anni dalla guerra, un uomo torna nei luoghi dove ha combattuto i tedeschi come partigiano e ricerca un commilitone dando versioni sempre diverse degli avvenimenti. È questa in breve la trama del film di Alain Robbe-Grillet. Romanziere, saggista e regista cinematografico, Robbe-Grillet è senza dubbio uno dei più originali rappresentanti della ricerca letteraria moderna.
Nato a Brest nel 1922, amico di Samuel Beckett, Nathalie Sarraute, Claude Simon, Marguerite Duras, diviene universalmente noto come portabandiera del nouveau roman, école letteraria nata da “un gruppo di scrittori e intellettuali che negli anni Cinquanta a Parigi si mettono insieme con l'intenzione di porsi come alternativa ai due filoni di narrativa dominanti: quello di una letteratura all'insegna della leggerezza alla Sagan e quello dell'impegno politico militante” (Alain Robbe-Grillet intervistato da Andrea Casazza, Il Secolo XIX, 17 ottobre 2004).

Massimo teorico ed esponente di un’innovativa concezione dello sguardo all’interno del testo letterario, Robbe-Grillet elimina ogni approfondimento psicologico, riducendo i personaggi alla pura funzione percettiva: l'attenzione non è più rivolta all’uomo e alle sue azioni, ma alle cose, e la trama (spesso modellata su quella dei gialli o dei miti) serve solo a tenere unite percezioni di per sé disgregate in una miriade di minuziosi particolari. Per queste nuove caratteristiche il nouveau roman è stato spesso accusato di essere incomprensibile: “per il semplice fatto che ci rifiutavamo di continuare a descrivere il mondo secondo le regole di Balzac. Chi ci criticava, e lo facevano sia a destra sia a sinistra, si opponeva alla concezione che il mondo era cambiato e che la letteratura non poteva non cambiare a sua volta”. Robbe-Grillet si cimenta anche con le potenzialità espressive del mezzo cinematografico, nel quale individua uno degli strumenti più efficaci per esprimere le proprie teorie espressive: ingredienti beffardamente fumettistici, riflessioni sul ruolo del montaggio, sulla concatenazione delle sequenze, sulla capacità delle immagini di mettere sullo stesso piano il mondo reale e quello onirico.

Tutto questo nel cinema di Robbe-Grillet acquista un nuovo determinante rilievo. Il momento di esordio al cinema è la collaborazione quale sceneggiatore alla produzione del celebre e inquietante L’anno scorso a Marienbad (1961) di Alain Resnais. In seguito, Robbe-Grillet si cimenta anche nella regia, a partire da L’Immortale (1963), film discusso e testimonianza della crisi del mondo contemporaneo.
Con Trans-Europ-Express (1966), L'uomo che mente (1968), Oltre l'Eden (1971), Spostamenti progressivi del piacere (1973), Giochi di fuoco (1974), La Belle captive (1983), ha coinvolto lo spettatore in un gioco intellettuale nel quale si assiste alla progressiva frantumazione della continuità narrativa e dove vengono smontati i generi più in voga come il giallo, il film erotico, il noir.

Manuel Paolino

21 settembre 2007

GRECIA: CRETA, BALOS


A Kriti ho vissuto per tre mesi e, nonostante di posti meravigliosi ce ne siano tanti, Balos (penisola di Gramvusa) è il più bello che mi sia capitato di vedere sull'isola.
La strada per arrivarci è decisamente poco agevole e, una volta arrivati al parcheggio, bisogna scendere a piedi per un sentiero che costeggia il promontorio sino alla paradisiaca spiaggia. Nonostante il percorso presenti qualche difficoltà, se vi capita di fare un viaggio a Creta, non perdete l'occasione di trascorrerci almeno mezza giornata.

Foto di Elena Mancassola

18 settembre 2007

La poesia contemporanea. Dare tempo al tempo...

Perché uno speciale poesia? Perché uno "speciale" va nella direzione opposta del "generale", si staglia come un manipolo di soldati scelti contro a un intero esercito, e fa della propria particularità la propria forza. Contro la cultura da casinò di cui parla Bauman (La società sotto assedio, Laterza 2003), una cultura in cui i giochi sono tutti veloci, si susseguono gli uni agli altri a ritmo serrato e la posta in palio cambia a velocità fulminea, abbiamo deciso di darci tempo, ben 4 stagioni, 48 settimane, quasi 9.000 ore di tempo: il numero, come sottolineato nell'editoriale da Christian Sinicco, l’altro curatore assieme al sottoscritto, è stato partorito in un anno. Un tempo molto lungo, se rapportato ai tempi da casinò (a volte anche "casinistici") del web. Ma un tempo che ci ha permesso oggi di avere un quadro meno fumoso, e soprattutto una distanza di tempo che permetterrà a voi, cari lettori/spettatori, di giudicare quali parole, quali discorsi, quali immagini siano destinate ad essere confinate in un tempo oramai trascorso, e quali invece a maturare, come una bottiglia di buon vino.

di Luigi Nacci,
leggi l'articolo su Fucine Mute

16 settembre 2007

FESTIVAL DELLE VILLE LUCCHESI e FESTA DELL'ARIA A LUCCA

LUCCA. In terra toscana settembre si preannuncia all’insegna dell’arte e di emozioni in alta quota. Da domani, infatti, si apre a Tassignano la “Festa dell’Aria”, occasione ideale per chi volesse prendere letteralmente il volo. La manifestazione è collaterale rispetto al più ampio “Festival delle Ville Lucchesi” che prosegue per tutto il mese. Proponendo alcuni appuntamenti artistici e culturali tematici, il festival offre l’opportunità di visitare le più belle dimore della Lucchesia. Il programma è dedicato quest’anno proprio al tema dell’aria (per informazioni dettagliate rimandiamo al sito www.capannorieventi.eu).
Le splendide residenze storiche, a tutt’oggi abitate e non sempre aperte al pubblico, sono concentrate soprattutto nei pressi delle colline che circondano il comune di Capannori. La manifestazione assicura ai visitatori un’incursione nelle atmosfere aristocratiche dell’antica repubblica di Lucca, per assaporarne sfarzi e delizie architettoniche.


Il festival, giunto alla quarta edizione, si è aperto lo scorso 4 settembre a Villa Grabau di San Pancrazio con un concerto di Maria Luisa Borsi che ha interpretato celebri arie d’opera e romanze d’amore. La sontuosa dimora cinquecentesca rivista in stile neoclassico, con saloni affrescati da celebri trompe d’oeil, circondata da un imponente giardino all’inglese, un giardino all’italiana, una Limonaia seicentesca e dal Teatro di Verzura, sarà aperta al pubblico sino al 1 novembre.
L’incontro successivo, sabato scorso, ha celebrato arte, musica e teatro assieme a Walfredo Toscanini e Simonetta Puccini, ospitati nell’impeccabile cornice di Villa Torrigiani di Camigliano, sede di una mostra dedicata a Maria Callas a cura di Sotheby’s, tuttora visitabile.
Domani sarà la volta di “Aria di Scienza e Mistero” con la suggestiva notte delle stelle, organizzata nelle radure del parco di Villa Lazzareschi di Camigliano dai soci dell’Istituto Ricerche Fotometriche, che soddisferanno le curiosità dei presenti. Giovedì prossimo l’appuntamento è di natura storica: il volume “Le Ville Regine dell’Antica Repubblica di Lucca”, scritto dal marchese Gerardo Mansi, sarà presentato a Villa Reale di Marlia, la residenza che fu di Piombino Elisa Baciocchi, Principessa di Lucca e sorella di Napoleone Bonaparte. Interessanti da visitare sono il grande salone affrescato della villa, il lungo Viale delle Camelie, il giardino seicentesco con il teatro di Verzura e quello del Novecento progettato da Jacques Greber con boschi, ruscelli e un lago. Il festival si concluderà il 30 settembre a Villa Mansi di Segromigno in Monte, ospite d’onore della serata sarà Vittorio Sgarbi.

Parallelamente agli eventi culturali, si preannunciano avvincenti le imprese sportive e spettacolari organizzate dal comune di Capannori, candidato a divenire la “capitale italiana del volo libero”, per la “Festa dell’Aria”. L’iniziativa intende essere un omaggio a Vincenzo Lunardi in ricordo della sua impresa londinese: la prima ascensione in pallone avvenuta in Gran Bretagna. Nel settembre del 1784, infatti, questo pioniere lucchese del volo in aerostato strabiliò il mondo e suscito l’ammirazione dei fratelli Montgolfier e del principe di Galles.
Gli eventi principali avranno luogo presso il vicino aereoporto di Tassignano, dove saranno anche visitabili degli stand dedicati ad aerostatica, paracadutismo, volo a vela, volo a motore, aeromodellismo, parapendio, deltaplano e aquiloni. Tra gli avvenimenti clou, segnaliamo il campionato italiano di volo acrobatico in aliante, che inizia oggi e termina domenica, e il “Ballon Glow”, spettacolo d’illuminazione notturna con mongolfiere e lanci in paracadute, che sarà il 21 e il 28 settembre.
In programma ci sono anche proiezioni di cortometraggi e documentari sul tema del volo, un laboratorio di disegno Manga e, per i più piccoli, workshop ed esibizioni di acquiloni. I più coraggiosi potranno cimentarsi in voli con aerei da turismo, in mongolfiera o in aliante. In tandem, inoltre, sarà possibile effettuare voli in deltaplano, parapendio e lanci col paracadute. Per informazioni: tel. 0583-428418.


CONSIGLI PRATICI:

Per gli amanti della buona cucina segnaliamo a Lucca i ristoranti “All’Olivo” (piazza S.Quirico 1) e lo storico “Buca di S.Antonio” (Via della Cervia 1/3). Più a nord, se volete trattarvi davvero bene, a Sesto di Moriano c’è il ristorante “La Mora” (Via Ludovica, 1748) che alla genuinità del mangiar toscano unisce uno stuzzicante tocco creativo.
Se siete, invece, alla ricerca di un posticino più alla mano, trovate pizze e piatti tipici lucchesi alla Trattoria Regini, a Segromigno in Piano (Capannori).
Gli amanti della vita notturna possono puntare nuovamente a Lucca per passare qualche piacevole ora in un locale storico come lo “Stella Polare” (Via V.Veneto, 21) oppure nel frequentatissimo bar di tendenza “Girovita” (Via S.Croce 64).

di Cristina Favento,
pubblicato su "Il Piccolo" di venerdì 14 settembre 2007

07 settembre 2007

WORLD THEATRE FESTIVAL IN UNA ZAGABRIA TUTTA DA SCOPRIRE

Spesso trascurata per privilegiare le splendide coste est adriatiche oppure le più note capitali dell’est, Zagabria è, invece, una città tutta da scoprire. La capitale croata non conquista con architetture appariscenti ma seduce di soppiatto il visitatore con un fascino discreto, lo diverte con la sua inaspettata mondanità, lo incuriosisce svelando un insolito spirito “balcanicamente mitteleuropeo”.
Uno dei periodi ideali per visitarla è proprio quello a cavallo tra estate e autunno, quando la città cambia i suoi ritmi e sembra indossare i suoi colori più congeniali. Strade e piazze del centro storico, diviso tra l’antica Città Alta e l’otto-novecentesca Città Bassa, sono pervase da un’atmosfera caratteristica che suscita assieme allegria e un’irresistibile malinconia. L’opzione migliore è esplorarle a piedi, magari prendendo la funicolare nei pressi della piazza principale, Trg Josip Jelačića.
Nonostante la sua aria un po’ retrò, Zagabria rivela un’indole metropolitana che si coglie nelle numerose gallerie d’arte e boutique; nell’affollata Bogovićeva, la via degli aperitivi; nell’imponenza di alcuni edifici istituzionali come il Tribunale o il Teatro Nazionale; nei sofisticati defilè modaioli improvvisati nei locali vip; nelle domeniche di relax trascorse dagli zagabresi al lago Jarun o nel parco Maksimir.
Quello tra settembre e ottobre è anche il periodo dei grandi festival internazionali: nei prossimi giorni l’appuntamento è con il World Theatre Festival, giunto alla quinta edizione, mentre il Festival Cinematografico Internazionale sarà inaugurato il mese prossimo. Gli eventi e le performance di entrambe le manifestazioni saranno in lingua inglese con sottotitoli in croato.

Il World Theatre, in scena dal 11 al 25 settembre, offre un programma estremamente attuale e interessante (http://www.zagrebtheatrefestival.hr/). “Le produzioni presentate al festival”, sostengono le due direttrici artistiche Dubravka Vrgoč e Ivica Buljan, “sono caratterizzate da grande passione artistica, innovazione e spirito d’esplorazione”.
Saranno sei le compagnie teatrali ospiti quest’anno, provenienti da Francia, Germania, Russia, Slovenia, Ungheria e Turkmenistan, e si esibiranno allo Zagreb Youth Theatre (ZKM), al Teatro Nazionale e al Teatro Komedija.
L’apertura è affidata al Schaubühne Theatre di Berlino che presenta “Morte di un commesso viaggiatore”, scritto nel 1949 da Arthur Miller e diretto per questo allestimento da Luk Perceval. Un gradito ritorno per la compagnia che, nella prima edizione del festival, con la “Nora” di Thomas Ostermeier, aveva in qualche modo definito i principi etici ed estetici della manifestazione.
Seguiranno “This child” e “Blackland”, rispettivamente del francese Joël Pommerat e dell’ungherese Árpád Schilling: due lavori estremamente diversi, seppur accomunati da una spiccata originalità stilistica, una forte componente di critica sociale e un sicuro impatto sul pubblico.
Il primo è basato su una serie di scioccanti conversazioni tra genitori e figli ispirate a testimonianze reali raccolte dal regista, senza giudizio e senza pregiudizio. Il secondo, una creazione di gruppo costruita musicalmente su un collage-reportage di SMS raccolti nel corso di un intero anno (2004), tratteggia satiricamente un’Ungheria grottesca ma, travalicando caratterizzazioni nazionali, come ogni grande opera, porta in scena questioni universali.
“La caduta degli dei” (The Damned) di Diego de Brea, tratto dal testo scritto da Luchino Visconti per l’omonimo film, rappresenterà le ultime tendenze di ricerca intraprese dal Teatro Sloveno di Lubiana.
Anna Mele, dal Turkmenistan, unico interprete in scena diretto da Ovliakuli Kođakulijev, ci regalerà la sua personalissima versione di Re Lear facendoci tornare indietro nel tempo, alle radici del teatro, ad una gioia rituale e bambinesca, ad un incontro kantoriano con il mistero della morte.
A chiudere sarà la prestigiosa presenza di Pjotr Fomenko, regista russo di fama mondiale, che porterà a Zagabria il pluripremiato “Tre sorelle” di Čechov, un’icona teatrale interpretata da un cast eccellente.

di Cristina Favento

articolo pubblicato su "Il Piccolo" di venerdì 7 settembre 2007

ENO ZAGABRIA BY NIGHT

A Zagabria l’offerta enogastronomica è varia e stuzzicante. Per provare piatti tipici e pesce, potete scovare la “Konoba Ćiho”, poco visibile in Pavla Hatza 15, oppure l’assortimento del “Purger” (Petrinijska 33). I più giovani apprezzeranno certamente l’economico e allegro “Notturno” (Skalinska 4). Se vi accontentate di un pasto veloce, lungo la Ilica, la via dello shopping, non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Per trascorrere serate/nottate vivaci, via Tkalčićeva, nella Città Alta, è piena di bar e locali alla moda come il “Funk” e il “Cica”, ricco di grappe assortite; affollatissima è la zona tra la piazza Trg Josip Jelačića e, dirigendosi a sud (provate il confortevole “Boban”), la via Bogovićeva sino ad arrivare a Trg Petra Preradovića, spesso animata da artisti di strada e musicisti; interessanti anche i locali chic del lungo-lago o l’alternativo “Močvara”, allestito in un ex fabbrica.

02 settembre 2007

FESTIVAL DELLA MENTE A SARZANA, LA SPEZIA

LA SPEZIA. Esplorare i multiformi e complessi percorsi del pensiero umano per uscire dal quotidiano e scoprire dove nascono e crescono le idee. Questa l’affascinante proposta del “Festival della Mente”, il primo festival europeo dedicato ai processi creativi, che apre oggi a Sarzana e si conclude domenica 2 settembre.

Il programma della quarta edizione, visionabile su www.festivaldellamente.it, prevede 48 appuntamenti tra conferenze, workshop, spettacoli, performance, letture e laboratori dedicati anche a bambini e ragazzi (calendario completo su www.festivaldellamente.it). Ospiti del festival, una sessantina di relatori tra scienziati, scrittori, filosofi, artisti, poeti, attori, intellettuali italiani e stranieri che saranno chiamati ad accompagnare il pubblico negli antri più stimolanti del cerebrale. Chuck Palahniuk, David Le Breton, Michelangelo Pistoletto, Francesco Guccini, Oliviero Toscani, Stefano Benni, Elio di le storie tese, Vincenzo Cerami, Lella Costa, Gino & Michele e Carlo Mazzacurati sono solo alcuni nomi della lunga lista di invitati.

Sarzana, con i suoi 21 mila abitanti, è il secondo comune più popolato della provincia di La Spezia. Grazie alla sua posizione, è sempre stata crocevia di scambi tra Liguria, Emilia Romagna e Toscana.
Situata a pochi chilometri dal mare nella bassa Val di Magra, cuore della Lunigiana, la città divenne importante centro religioso e giuridico nel XIII secolo. L’impianto urbanistico conserva tracce del castrum romano e rispecchia l’affascinante storia dell’originario borgo medievale, dove soggiornarono anche Dante e Vittorio Alfieri, dominato da più signori e città. Le tarde opere di fortificazione come le mura, i torrioni e soprattutto la Cittadella, conferiscono a Sarzana l'aspetto di città murata, dominata dalla massiccia fortezza di Firmafede.
Tra Porta Parma e Porta Romana, nell’antico tratto della Via Francigena, il centro storico si sviluppa lungo le vie Bertoloni e Mazzini, sulle quali si affacciano il Palazzo Remedi, Podestà Lucciardi, Picedi Benettini, Vescovile e Municipale, il Teatro degli Impavidi, la chiesa di Sant'Andrea, l’edificio sacro più antico della città, e la Cattedrale di Santa Maria Assunta, nata sui resti della pieve di San Basilio.

La gastronomia sarzanese ricalca, con piccole varianti, la cucina ligure e lunigianese caratterizzata da prodotti da forno come la farinata, le focacce e i testaroli. Particolarità di Sarzana è però la spongata, una torta di pasta sfoglia ripiena di frutta. Discreta è la produzione di vini bianchi, tra cui il Vermentino delle colline di Luni.
Numerose sono le osterie del centro storico dove provare i piatti tipici: “Tre Archi” offre specialità alla brace di carne e pesce, così come la più turistica “Simon Boccanegra”, con vista sulla Cattedrale; “Dei Sani” propone diverse varietà di cucina, anche biologica.

Nei dintorni di Sanzana si possono visitare la fortezza di Sarzanello, antica residenza vescovile; gli scavi archeologici di Luni, nel vicino comune di Ortonovo; il borgo di Falcinello; Marinella di Sarzana o Lerici. Spostandosi di pochi chilometri, si raggiungono Carrara, Forte dei Marmi, Portovenere e lo splendido Parco Nazionale delle Cinque Terre.


di Cristina Favento,
articolo pubblicato su Il Piccolo di venerdì 31 agosto 2007 nelle rubrica "Weekend"