VENEZIA. Questo fine settimana nella capitale veneta, come accade da ormai oltre quattrocento anni, si rinnova l'atmosfera magica che da sempre caratterizza la Festa del Redentore. Tra le più amate dai veneziani e dai turisti, l'antica celebrazione ricorda la liberazione dal flagello della peste che nel Cinquecento colpì l'intera Europa.
Per invocare la fine della pestilenza, considerata all'epoca una sorta di punizione divina, il Senato Veneziano approvò la proposta avanzata dal Doge di costruire sull'isola della Giudecca un tempio dedicato al Cristo Redentore "che i sucessori anderanno solennemente a visitare a perpetua memoria del beneficio ricevuto".
Nel maggio del 1577 fu posta la prima pietra dell'edificio, progettato da Andrea Palladio, e la terza domenica di luglio di quello stesso anno la Serenissima fu proclamata libera dal contagio pestilenziale. Attraverso il canale fu realizzato un ponte di ottanta galee per permettere al corteo guidato dal Doge di raggiungere la chiesa, costruita provvisoriamente in legno, e celebrare le solenni funzioni di ringraziamento.
Per invocare la fine della pestilenza, considerata all'epoca una sorta di punizione divina, il Senato Veneziano approvò la proposta avanzata dal Doge di costruire sull'isola della Giudecca un tempio dedicato al Cristo Redentore "che i sucessori anderanno solennemente a visitare a perpetua memoria del beneficio ricevuto".
Nel maggio del 1577 fu posta la prima pietra dell'edificio, progettato da Andrea Palladio, e la terza domenica di luglio di quello stesso anno la Serenissima fu proclamata libera dal contagio pestilenziale. Attraverso il canale fu realizzato un ponte di ottanta galee per permettere al corteo guidato dal Doge di raggiungere la chiesa, costruita provvisoriamente in legno, e celebrare le solenni funzioni di ringraziamento.
Da allora, ogni terza domenica di luglio, la popolare ricorrenza continua ad esser festeggiata per terra e per mare, non solo al Tempio del Redentore ma in tutta Venezia, con numerose manifestazioni in campi e campielli e la spettacolare Regata del Redentore, in cui competono gondole e pupparini.
Sin da sabato al tramonto, centinaia di imbarcazioni (circa millecinquecento ogni anno), addobbate e illuminate, affluiscono nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca. La serata trascorre attendendo in compagnia le 23.30 per assistere ai "foghi del Redentor", tradizione acquisita in tempi meno remoti (1978) per dare un tocco più scenografico e moderno alla festa.
Quest'anno, per la prima volta, i fuochi artificiali saranno accompagnati da una colonna sonora sincronizzata diffusa da un complesso sistema di amplificazione in tutta l'area del bacino di S.Marco e trasmessa in diretta da Gv radio inBlu. Dieci sono i brani scelti, da Strauss e Stravinsky sino a U2 e Tiromancino, per ammaliare gli spettatori che seguiranno la “Notte famosissima” dalle imbarcazioni e dalle rive. L'innovativo spettacolo piro-musicale contribuirà a rendere ancor più suggestiva la particolare manifestazione che si arricchisce, inoltre, di una serie di eventi collaterali.
Sin da sabato al tramonto, centinaia di imbarcazioni (circa millecinquecento ogni anno), addobbate e illuminate, affluiscono nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca. La serata trascorre attendendo in compagnia le 23.30 per assistere ai "foghi del Redentor", tradizione acquisita in tempi meno remoti (1978) per dare un tocco più scenografico e moderno alla festa.
Quest'anno, per la prima volta, i fuochi artificiali saranno accompagnati da una colonna sonora sincronizzata diffusa da un complesso sistema di amplificazione in tutta l'area del bacino di S.Marco e trasmessa in diretta da Gv radio inBlu. Dieci sono i brani scelti, da Strauss e Stravinsky sino a U2 e Tiromancino, per ammaliare gli spettatori che seguiranno la “Notte famosissima” dalle imbarcazioni e dalle rive. L'innovativo spettacolo piro-musicale contribuirà a rendere ancor più suggestiva la particolare manifestazione che si arricchisce, inoltre, di una serie di eventi collaterali.
Un Festival di musica sacra avrà luogo, oggi e domani, sui sagrati di sei chiese veneziane (Frari, San Zaccaria, San Trovaso, San Giacomo dell’Orio, San Giovanni in Bragora e San Giovanni e Paolo) già palcoscenici delle prime forme di teatro musicale. Venezia riscopre per l'occasione questi spazi sospesi tra sacro e profano che, silenziosi e privi di traffico, offrono una condizione acustica assai rara nelle altre città e si prestano ad esecuzioni con strumenti dal suono delicato senza l'ausilio di sistemi di amplificazione. Il Festival si concluderà domenica sera, dopo la Messa Votiva presieduta dal Patriarca Scola, all’interno della Chiesa del Redentore con l'atteso concerto del violinista Ino Mirkovich accompagnato dal pianista Odil Chakirov.Sino a domenica, la città lagunare ospiterà anche Gerry Hofstetter, artista noto per le creative installazioni di Light art nei luoghi più suggestivi del globo: dal Castello di Dracula in Transilvania, alle piramidi in Egitto, passando per le scogliere di Dover e gli iceberg dell’Antartico. Fantasie e temi legati all’immagine di Venezia e dell’evento, saranno proiettati sulle facciate del restaurato Mulino Stucky, delle Chiese del Redentore e delle Zitelle. Non sarà trascurata l'area marciana, sia il Palazzo Ducale che il campanile verranno illuminati dall’artista svizzero.
Sull'isola della Giudecca, la manifestazione "Redentore ettnic@, voci, suoni e visioni dai popoli", si concluderà oggi con concerti, spettacoli danzanti e tornei di basket per i più piccoli.
Il ponte votivo che, come di consueto, collegherà l'isola della Giudecca con le Zattere per mezzo di moderne piattaforme galleggianti, sarà inaugurato sabato alle ore 19 e sarà percorribile sino a domenica notte.
di Cristina Favento
articolo pubblicato nella rubrica weekend del Piccolo venerdì 13 luglio
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