23 gennaio 2008

INTERVISTA A MURCOF, OSPITE D'ECCEZIONE ALLA TERZA EDIZIONE DI CATODICA


La terza edizione di Catodica, rassegna di video arte, si apre alle sperimentazioni del noto artista internazionale Fernando Corona, in arte Murcof. Promossa dall’associazione “Fucine Mute” nell’ambito del “Trieste Film Festival” e curata da Maria Campitelli assieme al Gruppo 78, la manifestazione si concentra quest’anno in un'unica intensa serata che avrà inizio alle ore 20 al teatro Miela di Trieste.
Il programma propone la compilation “LOVING TOO”, curata da Mario Gorni di Careof, e i video raccolti da Maria Campitelli sotto il titolo di PRIMIZIE. Il momento clou della serata, fruibile in diretta web sul sito www.catodica.it, sarà il concerto di Murcof accompagnato dai visuals del duo “XX-XY”.
“Per me la musica è un modo di comprendere me stesso e il mondo”, dichiara il compositore messicano, “un modo per sperimentare e cogliere l’indicibile della vita, per trascendere i labirinti del linguaggio testuale e connettersi direttamente con la fonte delle cose.

In molti hanno descritto la tua musica come l'unione dei beat sintetici generati dal laptop e di samples di musica classica. Il tuo ultimo album, “Cosmos”, dimostra che sai uscire da questo schema. È stata una scelta conscia o hai seguito l'istinto?

È un’evoluzione logica rispetto a ciò che volevo esprimere in questo nuovo lavoro: sapevo che le strutture usate in precedenza non erano pienamente adatte e ho ridotto la parte ritmata, concentrandomi di più su armonia e texture. Questa volta ho attinto maggiormente dalle strutture musicali classiche piuttosto che dall’elettronica.

Parlando di “Cosmos”, sono stati citati musicisti come Ligeti e Arvo Pärt. Ci sono delle avanguardie musicali che ti hanno influenzato?

Certamente mi hanno influenzato gli artisti che hai citato e altri ancora, come ad esempio Giacinto Scelsi, Velentin Silvestrov, ecc..

C'è un regista col quale sogni di collaborare per la realizzazione della colonna sonora di un film?
Un buon progetto può nascere da uno spunto qualsiasi, cerco di mantenermi mentalmente aperto quando considero potenziali collaborazioni cinematografiche. Sarebbe stato fantastico poter lavorare a "Inland Empire" di Lynch.

Come e perché nasce la collaborazione con il duo “xx + xy” per la parte visiva dei tuoi live?
Ci siamo conosciuti a Roma nel 2006 e da allora abbiamo collaborato assieme piuttosto spesso. Li apprezzo perché sanno rimanere astratti e suggestivi. Un complemento visivo è un rischio perché può limitare la musica e indurre a un’esperienza precostruita ma loro sono capaci di dare molto attraverso i loro paesaggi visivi, dove l’immaginazione è al servizio della musica e la amplifica.

di Cristina Favento
Intervista pubblicata su "Il Piccolo" di mercoledì 23 gennaio

Ringrazio Fabrizio Garau, cuore redazionale di Audiodrome, senza il quale l'intervista non sarebbe stata possibile e naturalmente Enrico Bravoglia e Serena Smeragliuolo di Fucine Mute per la disponibilità

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