18 gennaio 2008

UN PO' D'AFRICA A TREVISO CON ZOOM DI ANTENNACINEMA

Dal 22 gennaio Antennacinema porta un po’ d’Africa a Treviso. L’associazione veneta, presieduta da Massimo Mario sotto la direzione artistica di Michelangelo Dalto, ha deciso di dare spazio al confronto culturale attraverso le potenzialità del cinema, curando quest’anno una rassegna che propone un inconsueto accostamento tra alcune opere rappresentative delle cinematografie italiana e africana. La sezione “Zoom”, dedicata appunto alla scoperta e all’approfondimento di realtà lontane dalla nostra, proporrà una selezione di dieci titoli che ripercorrono “Storia e storie del cinema d’Africa e d’Italia”.
I consistenti fenomeni di immigrazione che da qualche anno interessano anche il nostro paese hanno ridefinito nuovi scenari interculturali e cambiato il nostro rapporto con “l’altro”. L’intento è stimolare uno scambio senza pregiudizi tra “diversi” e offrire un’occasione per conoscersi meglio reciprocamente.

L’apertura di martedì 22 sarà affidata a “Gli occhi azzurri di Yonta” (Guinea Bissau, 1992), di Flora Gomes, seguito “La Grande Guerra” di Mario Monicelli. Il film è il primo di una serie di omaggi al trevigiano Luciano Vincenzoni, uno dei più grandi sceneggiatori del cinema italiano e ideatore assieme a Sergio Leone della “trilogia del dollaro”. Vicenzoni è autore di oltre 65 film tra i quali “Signore e Signori” e “Sedotta e Abbandonata” di Pietro Germi, “La vita agra” di Carlo Lizzani e “Per qualche dollaro in più” di Sergio Leone, tutti titoli in programma.

Le pellicole, restaurate e in versione integrale, saranno proiettate ad ingresso gratuito sui grandi schermi del multisala Melies di Conegliano. Sottotitolati in italiano e ciascuno associato in coppia con uno dei film già citati, saranno proposti al pubblico “Il viaggio della Jena” (Senegal, 1973) martedì 29, “Samba Traore” (Burkina Faso, 1992) sabato 2 febbraio, “A la recherche du mari de ma femme” (Marrocco, 1994) martedì 5 febbraio mentre il 12 chiuderà il ciclo “Siccità” (Ciad, 2006).

Piacevole da visitare, ricca di storia e di suggestivi scorci, Treviso, così come la definì il suo illustre cittadino Giovanni Commisso, ha «una gentilissima struttura medievale in giuoco bizzarro con le chiare acque dei fiumi che l'attraversano e né le distruzioni di guerre né il cattivo gusto degli uomini riescono ancora a tramutare». Interessanti da vedere sono senz’altro la Loggia dei cavalieri, Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento, il nuovissimo quartiere latino, il Duomo, la chiesa di S.Niccolò e la chiesa di S.Francesco, ristrutturata in un periodo di transizione tra romanico e primo gotico, che ospita le tombe tra gli altri di Pietro Alighieri, figlio di Dante, e di Francesca Petrarca.

Oltre ai tipici piatti veneti, troverete piatti con fantasie al radicchio in qualsiasi ristorante che si rispetti. Tra i vini trevigiani spiccano il Prosecco e il Cabernet. Nel periodo carnevalesco, Treviso vanta anche un'autonoma ricetta nella preparazione delle frittole, diversa da quelle veneziane, più conosciute, ma altrettanto gustose. Alcuni sostengono che il Tiramisù, dolce ormai diffuso in tutto il mondo, sarebbe nato in un ristorante di Treviso negli anni Sessanta e, secondo la tradizione, il nome deriverebbe dal fatto che i frequentatori delle case chiuse dovevano, dopo l'incontro "amoroso" appunto "tirarse su".

di Cristina Favento, articolo pubblicato su "Il Piccolo" di venerdì 18 gennaio 2008

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