Nel nuovo spettacolo di Tomaž Pandur, presentato in anteprima allo scorso Mittelfest e riproposto a Trieste il 26 gennaio al Teatro Stabile Sloveno, Tesla diventa pretesto per esplorare la figura dello scienziato, del genio, del preveggente inevitabilmente incompreso dai contemporanei. Un omaggio dovuto, per affinità elettive si direbbe, forse in nome di quell’inventiva intuitiva che sembra accomunare soggetto e regista.
L’estroso e carismatico regista sloveno, sfruttando ai massimi livelli tutti i suoi mezzi, ha costruito con precisione l’ennesimo ingranaggio scenico che riconferma l’ormai noto talento visionario.
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di Cristina Favento
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