Dalla Stazione Marittima si è alzato ieri un coro di voci “contro il tentativo in atto di cancellare la legge 180 e di ricostruire manicomi e discriminazioni, e soprattutto contro gli attacchi all'esperienza triestina che della riforma è stata la culla”. In una sala gremita di gente, dopo la proiezione di un video con alcune dichiarazioni di Franco Basaglia, ha preso forma ieri sera un lungo incontro pubblico intitolato “Diversità e salute mentale, anche noi siamo cittadini di Trieste”. Organizzata dal gruppo consiliare Pd, l’iniziativa è stata una risposta forte e partecipata alle polemiche che ha suscitato in questi giorni il caso di Eva, balzato all’attenzione della cronaca nazionale in seguito all’articolo apparso qualche giorno fa su Libero che riportava alcune dichiarazioni della madre della ragazza schizofrenica in cura a Trieste.
“Attaccarsi alle difficoltà che la gestione di un caso può comportare per colpire - attraverso il suo elemento maggiormente simbolico - la legge 180, appare una operazione ignobile che vede tutti gli psichiatri del Friuli Venezia Giulia schierati a fianco dei colleghi triestini” dichiara la Società Italiana di Psichiatria per bocca del suo rappresentante Lillo Ansaldo. Sono solidali anche il segretario regionale PD Bruno Zvech, Michele Zanetti, preside del Collegio del Mondo Unito, e gli esponenti PD Roberto Cosolini e Tamara Blažina, che ha auspicato una possibile proposta di legge presentata dal Partito Democratico da costruire sulla base dell’esperienza triestina.
“Siamo preoccupati perché delle questioni più delicate si discute poco e con superficialità, mentre siamo attaccati da chi porta avanti una campagna forte di facciata e di immagine” ha dichiarato Beppe dell’Acqua. Il direttore del DSM di Trieste sostiene che bisogna uscire dai luoghi comuni e rilanciare la questione in maniera critica, affrontando tutta una serie di questioni pratiche e molto delicate. “La legge 180 resta una fondamentale legge di indirizzo” ribadisce “oltre a difenderla, c’è bisogno di risposte concrete, di programmazione, di riarticolare nel territorio un sistema di servizi che possa aiutare le persone.
Dello stesso avviso è anche Franco Rotelli, che prospetta una strategia comune e di politiche integrate per lo sviluppo di servizi territoriali totali, nell’ottica di un sistema di welfare. “Siamo in ritardo di trent’anni ed è ora di mettere ordine”, ha dichiarato il direttore generale dell’ASS, ribadendo la necessità di distinguere tra l’importanza civile, politica e culturale della riforma Basaglia e le questioni operative ed amministrative.
Nel corso dell’incontro, sono intervenuti anche alcuni pazienti dei centri di salute mentale, affiancati da familiari, operatori, amministratori e rappresentanti di associazioni. Tutti a testimoniare il valore della riforma attuata da Basaglia e la necessità di proseguire un percorso importante. “La legge 180 ha costruito un rapporto tra cittadini e città che va ben oltre Trieste e l’ambito della salute mentale” ha ricordato Pier Paolo Rovatti “Qui si è costruita una cultura della soggettività e dei diritti che riguarda tutti e che costituisce un esempio da adoperare”.
“Attaccarsi alle difficoltà che la gestione di un caso può comportare per colpire - attraverso il suo elemento maggiormente simbolico - la legge 180, appare una operazione ignobile che vede tutti gli psichiatri del Friuli Venezia Giulia schierati a fianco dei colleghi triestini” dichiara la Società Italiana di Psichiatria per bocca del suo rappresentante Lillo Ansaldo. Sono solidali anche il segretario regionale PD Bruno Zvech, Michele Zanetti, preside del Collegio del Mondo Unito, e gli esponenti PD Roberto Cosolini e Tamara Blažina, che ha auspicato una possibile proposta di legge presentata dal Partito Democratico da costruire sulla base dell’esperienza triestina.
“Siamo preoccupati perché delle questioni più delicate si discute poco e con superficialità, mentre siamo attaccati da chi porta avanti una campagna forte di facciata e di immagine” ha dichiarato Beppe dell’Acqua. Il direttore del DSM di Trieste sostiene che bisogna uscire dai luoghi comuni e rilanciare la questione in maniera critica, affrontando tutta una serie di questioni pratiche e molto delicate. “La legge 180 resta una fondamentale legge di indirizzo” ribadisce “oltre a difenderla, c’è bisogno di risposte concrete, di programmazione, di riarticolare nel territorio un sistema di servizi che possa aiutare le persone.
Dello stesso avviso è anche Franco Rotelli, che prospetta una strategia comune e di politiche integrate per lo sviluppo di servizi territoriali totali, nell’ottica di un sistema di welfare. “Siamo in ritardo di trent’anni ed è ora di mettere ordine”, ha dichiarato il direttore generale dell’ASS, ribadendo la necessità di distinguere tra l’importanza civile, politica e culturale della riforma Basaglia e le questioni operative ed amministrative.
Nel corso dell’incontro, sono intervenuti anche alcuni pazienti dei centri di salute mentale, affiancati da familiari, operatori, amministratori e rappresentanti di associazioni. Tutti a testimoniare il valore della riforma attuata da Basaglia e la necessità di proseguire un percorso importante. “La legge 180 ha costruito un rapporto tra cittadini e città che va ben oltre Trieste e l’ambito della salute mentale” ha ricordato Pier Paolo Rovatti “Qui si è costruita una cultura della soggettività e dei diritti che riguarda tutti e che costituisce un esempio da adoperare”.
La ringrazio per Blog intiresny
RispondiEliminaGrazie a lei per il commento
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