22 marzo 2007

RADIO & JULIET di EDWARD CLUG


Una scenografia essenziale, cinque alti pannelli rettangolari a formare una parete su cui è proiettato un video in bianco e nero. Inizia così "Radio & Juliet", il progetto coreografico di Edward Clug rappresentato il 6 febbraio scorso al Kulturni Dom di Trieste. Lo spettacolo, eseguito dal corpo di ballo del SNG Opera e balletto di Maribor, è l’ultimo della trilogia cui appartengono anche "Tango" e "Lacrymas", rappresentato sempre allo Teatro Stabile Sloveno lo scorso anno.
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di Cristina Favento

15 marzo 2007

DELITTO E CASTIGO


Non è certo facile ridurre la complessità di un capolavoro come "Delitto e Castigo" in due ore di spettacolo. Glauco Mauri però, che ha curato l’adattamento e la regia dell’omonima rappresentazione teatrale in scena al Teatro Cristallo dal 2 all’11 marzo, ci è riuscito molto bene. Ha dipanato l’intricato intreccio, creato da uno dei più grandi autori russi di tutti i tempi, rendendolo una sorta di noir teatrale e focalizzando l’attenzione su due personaggi chiave: il bizzarro giudice istruttore Porfirij, da lui magistralmente interpretato, e il giovane Raskolnikov (Roberto Sturno), protagonista del romanzo.
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di Cristina Favento

12 marzo 2007

OLCESE E MARGIOTTA in JOHN E JOE di AGOTA KRISTOF

Duo comico dai trascorsi televisivi loro, scrittrice penetrante e inquieta lei. Un connubio insolito ma indubbiamente azzeccato. Domenica scorsa al Nuovo Teatro Comunale di Monfalcone, Massimo Olcese e Adolfo Margiotta hanno interpretato “John e Joe”, pièce teatrale in tre quadri di Agota Kristof.

L’autrice ungherese, emigrata in Svizzera nel’56 e consacrata a un successo internazionale grazie all’indimenticabile e angosciante “Trilogia della città di K”, ha composto anche nove opere teatrali (“La Chiave dell’ascensore” e “L’ora grigia” sono state pubblicate in Italiano da Einaudi). Tra queste, appunto, “John e Joe”, un amore a prima lettura per Olcese & Margiotta, decisi a portarla sui palcoscenici italiani.

Scritto in francese nel 1972, il testo sembra cucito addosso ai personaggi tipicamente interpretati dai due comici, scoperti da Paolo Rossi allo Zelig di Milano e divenuti popolari grazie ad “Avanzi”, condotto su Raitre da Serena Dandini. Stesse modalità espressive, stessa atmosfera surreale. Anche il rapporto simbiotico che lega i protagonisti della pièce assomiglia a quello dei due attori, l’uno genovese, l’altro napoletano, che nella vita fanno coppia ormai da vent’anni a teatro, al cinema e in tv.

Lo spettacolo punta sui toni di un assurdo burlesco che a momenti sfiora l’idiozia. Il fascino del denaro s’insinua a minare la routine di due amici squattrinati, due precari della vita, intenti a condividere il proprio vuoto passeggiando e bevendo grappe. Il rapporto s’incrina al momento di spartirsi una vincita al lotto e John arriva addirittura a denunciare Joe, condannandolo a una notte di prigione, per poi pagargli la cauzione il mattino dopo.
Affiancati da un antipatico cameriere, impersonato da Vito Favata, i protagonisti si rincorrono e si alternano, scambiandosi addirittura movenze e abiti, in un gioco volutamente ripetitivo e incalzante. Sembrano aspettare in scena l’ennesimo Godot, prigionieri di un bar che diventa uno spazio astratto, trasfigurato. Il luogo di un’identità sospesa, dell’altro, del proprio doppio.

Nell’arco di tre giornate si compie la loro parabola esperienziale. Li ritroviamo, infine, vestiti a nuovo, pronti a perdonare e dimenticare pur di superare le proprie solitudini, pur di tornare alle proprie misere ma rassicuranti abitudini. Due franchi per caffè e giornale, un amico e una grappa sono tutto ciò che basta.
Lo stile scarno della scrittrice raggiunge, anche questa volta, un’essenzialità universale ed emblematica. Asciutto e minimale, il testo non fornisce attendibili coordinate per chi volesse ricercare le specifiche ragioni del disagio.
“Facendo leva sulla reale condizione di precariato assoluto dei due personaggi” dichiara Pietro Faiella, che ha curato regia e traduzione dell’opera, “ho voluto raccontare quello che, sotto il cielo di dominio del capitale, può accadere ad ognuno di noi”.


di Cristina Favento, articolo pubblicato su "Il Piccolo" del 10 marzo 2007

03 marzo 2007

UN CURIOSO ACCIDENTE

Mario Scaccia in scena a 87 anni con impagabile disinvoltura. In “Un curioso accidente” di Carlo Goldoni, rappresentato al Teatro Stabile il 28 febbraio e il 1 marzo, il Maestro ha incarnato un umanissimo Monsieur Filiberto, burbero e commovente.
L’attore, che vanta oltre cinquant’anni di carriera consumata sui palcoscenici italiani ed internazionali, è considerato uno dei più autorevoli interpreti e conoscitori del grande commediografo veneziano. Nel recente “Mémoires”, diretto da Scaparro, ha indossato proprio i panni di Goldoni, anziano scrittore che si racconta al termine della propria vita.

Per celebrare il trecentenario dalla nascita del drammaturgo, Scaccia, assieme al regista Beppe Arena, ha scelto questa volta un testo di spessore europeo, rappresentatissimo in Italia nell’800, poco noto e quasi dimenticato ai nostri giorni.
Scritta nel 1760, l’opera, tra le preferite dell’autore stesso, appartiene all’ultimo brillante periodo veneziano ed è la commedia goldoniana più tradotta all’estero dopo “Il servitore di due padroni” e “La locandiera”.

È ambientato in Olanda l’accidente, “fatto vero, verissimo, accaduto” ci assicura Goldoni nelle sue note introduttive. Il vecchio nobile Filiberto ospita in casa Monsieur de la Cotterie, giovane ufficiale francese onestissimo e squattrinato, che farà innamorare la sua unica figlia Giannina, una poco armoniosa Deborah Caprioglio, in bilico tra recitati cantilenanti e un’approssimativa esuberanza gestuale. Ignaro di quanto avviene sotto al suo naso, depistato dalla scaltra Giannina e ostacolato dai segreti disegni dei servi, il padre incoraggia con decisione il giovane, credendo che questi sia interessato a un’altra fanciulla. Gli equivoci si rincorrono comici e gli stereotipi si ammorbidiscono aderendo alla contemporaneità.

Attraverso le macchinazioni goldoniane, evocate dagli ingranaggi che incombono discreti sulla scenografia settecentesca, l’amore trionfa sulle imposizioni sociali, l’affetto paterno supera l’orgoglio e trascura il tornaconto economico, i giovani gabbano i vecchi, le donne manovrano abilmente gli uomini e il destino fa da giudice nell’aspro scontro tra due padri, uno aristocratico, l’altro borghese.

Una commedia raffinata e limpida, libera da intrecci teatrali troppo complicati e artificiosi. Goldoni, ormai consapevole della propria abilità drammaturgica, dichiara apertamente le sue intenzioni, elabora le psicologie dei personaggi sullo sfondo di un mondo sociale in evoluzione; combina abilmente le nuove idee riformatrici ai caratteristici elementi della commedia dell’arte.
La regia opta per un’interpretazione classica e tradizionale, fedele anche linguisticamente all’originale, ravvivata da un valido cast e dai coloratissimi costumi di Antonia Petrocelli, che non mancano di sottolineare le differenze di status. “Un curioso accidente”, commenta Arena, mette in atto un meccanismo “sapiente nella costruzione e perfetto d’equilibrio e di ritmo, squisito nella disposizione armonica delle parti, nello specchio delle simmetrie, nella dosatura e sfumatura degli effetti”.


di Cristina Favento, articolo pubblicato su "Il Piccolo" del 2 marzo 2007

01 marzo 2007

THE MARTHA GRAHAM DANCE COMPANY


La Martha Graham Dance Company, tra le più antiche a prestigiose formazioni di danza moderna al mondo, ha celebrato l’ottantesimo anno dalla fondazione con una tournèe che ha fatto tappa anche a al Politeama Rossetti, il 16 ed il 17 febbraio. Quattro coreografie originali della Graham, fondatrice della storica compagnia, per portare in scena una danza spirituale e pulsante, un viaggio attraverso l’eros e la psiche, un canto d’amore ed un inno contro la violenza. Quattro intensi capolavori che ripercorrono alcune tappe evolutive di una lunga ed eccezionale carriera creativa.

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di Cristina Favento

IL LETTERATO VINCENZO

Un omaggio molto particolare ad Umberto Saba: al poeta, all’uomo ma soprattutto al drammaturgo mancato. Rappresentato al Teatro Miela dalla compagnia indipendente L’Argante, dopo quasi un secolo dalla prima ostile accoglienza del pubblico nel 1913, ha ripreso vita scenica "Il letterato Vincenzo", unico testo teatrale dell’autore giunto integralmente ai posteri.
In quest’opera giovanile, acerba e fortemente autobiografica, mancavano ancora a Saba spontaneità e sicurezza nella costruzione dei dialoghi, caratteristiche della sua produzione più matura, e una certa dimestichezza con il linguaggio teatrale. Dopo lo sfortunato debutto, nonostante le numerose correzioni autografe, il dattiloscritto non fu pubblicato né più rappresentato, almeno sino a sabato scorso.

Nel "Letterato", Saba proietta tutto se stesso: vittimismo; ipocondria; il sofferto ma ricercato distacco dal mondo; l’irrisolta crisi coniugale con la moglie Lina, che in quel periodo l’aveva lasciato; il difficile momento artistico che stava attraversando nel tentativo di superare l’artificioso modello dannunziano. Prendono forma le tematiche centrali nella sua poetica del cantuccio e le riflessioni teoriche che ritroveremo compiutamente espresse nel saggio "Quel che resta da fare ai poeti".
L’autore analizza la sua duplice natura, di uomo e di letterato, e il giudizio artistico diventa imprescindibile dal suo amaro atto di autocritica, espresso nella battuta finale di Vincenzo: "I miei versi sono superficiali come la mia vita".

L’Argante, diretta da Corrado Travan, ha voluto celebrare il cinquantenario dalla morte dell’artista dedicando allo spettacolo anche una parentesi biografica introduttiva. Un’operazione intelligente, dal sapore vagamente pedagogico, che fornisce agli spettatori alcuni strumenti d’interpretazione e chiarisce gli intenti della regia.
È una produzione che assomiglia ad un nostalgico viaggio sentimentale. Far rivivere sul palcoscenico "Il Letterato Vincenzo", racconta Travan, "significa entrare nell’officina dell’artista e scoprire il modo semplice, a volte ingenuo, con cui appaiono per la prima volta alcuni spunti che troveranno nella sua opera seguente ben altri sviluppi estetici. Abbiamo dovuto limare e ritessere".
Attori e regista però non riescono ad infondere ai propri personaggi quella naturale e dinamica intensità che, forse, avrebbe potuto colmare le debolezze intrinseche del testo: una sostanziale carenza d’azione; una struttura eccessivamente lineare, non approfondita nei potenziali sviluppi; una costruzione incerta e poco vivace delle battute. Resta apprezzabile il tentativo di offrire una seconda possibilità ad un grande autore del Novecento.

di Cristina Favento
Articolo pubblicato sul Piccolo del 28 febbraio 2007

ABSOLUTE POETRY

Vi segnalo i cantieri internazionali di poesia a Monfalcone dal 21 al 24 marzo e riporto sommariamente il programma che sembra piuttosto interessante:

21 marzo
ore 10.30 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia italiana contemporanea
Edoardo Sanguineti incontra gli studenti
Conduce Cristina Benussi (Università degli Studi di Trieste)

ore 16.00 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia slovena contemporanea nel Friuli Venezia Giulia
A cura delle Associazioni Culturali “Tržič” e “Jadro”
Per un approfondimento sull'incontro e sui partecipanti:
http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article720

ore 20.45 - Teatro Comunale
Gian Mario Villalta
Tracy Splinter (Sudafrica - Germania)
Edoardo Sanguineti / Stefano Scodanibbio
in Postkarten e Alfabeto apocalittico
Badara Seck (Senegal) / Baba Sissoko (Mali)

22 marzo

ore 10.30 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia italiana contemporanea
Patrizia Valduga incontra gli studenti
Conduce Cristina Benussi (Università degli Studi di Trieste)

ore 16.00 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Presentazione di Slam! Antologia europea del Poetry Slam
Intervengono Lello Voce e Sparajurij Lab.
Per un approfondimento sull'incontro:
http://lellovoce.altervista.org/spip.php?article719

ore 20.45 - Teatro Comunale
Christian Sinicco / babygelido
Patrizia Valduga
Alberto Masala / Serge Pey (Francia)
Lemn Sissay (Regno Unito)
John Giorno (U.S.A.) / Luigi Cinque

23 marzo

ore 10.00/13.00 e 15.00/18.00 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Absolute BlogMeeting
Incontro tra i blog italiani di poesia
A cura di Christian Sinicco e Adriano Padua
Per un approfondimento sull'incontro e sui partecipanti:
http://lellovoce.altervista.org/spip.php?mot7

ore 18.30 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
Presentazione del libro The Winsdom of Witches
e del DVD 9 Poems in Basilicata
Intervengono John Giorno, Jonny Costantino (curatore), Domenico Brancale (traduttore) e Antonello Faretta (regista)

ore 20.45 - Teatro Comunale
Ivan Crico / Tullio Angelini e Carlo Mariani
Lucilla Giagnoni / Alessio Bertallot in Disco Inferno - Absolute Issue
su testi di Dante e postille in versi di Gabriele Frasca, Rosaria Lo Russo, Aldo Nove,Tommaso Ottonieri, Lello Voce
Ursula Rucker in concerto (U.S.A.)

24 marzo

ore 10.30 - Galleria Comunale d’Arte Contemporanea
La poesia italiana contemporanea
Aldo Nove incontra gli studenti
Conduce Cristina Benussi (Università degli Studi di Trieste)

ore 20.45 - Teatro Comunale
“Renga” cittadina - Performance del Laboratorio Fare Teatro
Luigi Nacci / Sergio Sigoni
Aldo Nove
Accidents Polipoètics (Spagna)
Enzo Jannacci in concerto
Videofondali live di Giacomo Verde

Per ulteriori approfondimenti ed informazioni rimando a www.absolutepoetry.org