31 luglio 2007

MANI BIANCHE, l'acrobata solitario


Due fratelli, uno davanti alla macchina da presa, l’altro dietro, e un ottimo film: Mani Bianche (Ungheria, 2006, titolo originale Fehér Tenyér), interpretato da Zoltán Miklós Hajdu, sceneggiato e diretto da Szabolcs Hajdu. Il regista, considerato dalla critica uno degli esponenti più interessanti della nuova generazione di filmmakers ungheresi, è al suo terzo lungometraggio (dopo Tamara, Ungheria 2004; Sticky Business, Ungheria 2000) e sembra già avere un proprio stile espressivo piuttosto definito ed originale.

Il suo ultimo lavoro ha portato a casa moltissimi riconoscimenti, europei e non, dopo il pluripremiato debutto alla Settimana del Cinema Ungherese di Budapest nel 2006. Quest’anno il film è approdato in concorso anche al Trieste Film Festival riscuotendo un buon successo di pubblico e critica.

Gran parte delle vicende del protagonista, che non a caso si chiama Miklós, si rifanno proprio alle esperienze reali dell’attore Zoltán Miklós Hajdu, atleta affermato che ha lavorato in Canada come allenatore e a Las Vegas assieme al famoso Cirque du Soleil. L’abbiamo incontrato per soddisfare qualche curiosità e ci siamo lasciati contagiare dalla simpatia, dalla semplicità, dal suo entusiasmo sbarazzino e da un certo fascino naturale…

di Cristina Favento

leggi articolo e intervista su Fucine Mute

foto di Giulio Donini

30 luglio 2007

UN'ISTRIA DA SCOPRIRE: GRISIGNANA, MONTONA E UMAGO

Musica e arte a Grisignana, cinema a Montona, sport e vita notturna a Umago. Una volta passato il confine croato, non occorre percorrere che pochi chilometri e ce n’è per tutti i gusti.
Dirigendosi verso l’interno dell’Istria centrale, s’incontrano paesaggi fiabeschi e incantevoli cittadine medievali che conservano intatto un fascino discreto e antico. Tra queste, a 12 chilometri dal confine sloveno, merita particolare considerazione Grisignana, arroccata a 288 metri sopra il livello del mare.
La cittadina, ex possedimento dei patriarchi di Aquileia poi passato sotto il controllo della Serenissima, domina dall’alto la vallata del fiume Quieto e abbraccia un vasto orizzonte che si apre su Montona, sui 1396 metri del Monte Maggiore (parco naturale) e arriva sino al mare, a venti chilometri di distanza.


Il piccolo centro appare come un complesso quasi monolitico nelle cui piccolissime vie lastricate si scoprono atelier, gallerie e botteghe artigiane. La magnifica Loggia, il palazzo barocco Spinotti-Morteani, casa Corner, il Castello e la mole del Duomo caratterizzano l’antico assetto urbanistico che possiamo ammirare ancora oggi.
Soprattutto nel periodo estivo, la vita della cosiddetta “città degli artisti” è animata da innumerevoli iniziative culturali. Protagonista è indubbiamente la musica, soprattutto classica, ospite fissa attraverso numerosi festival ed eventi. Sino a settembre sono costanti gli appuntamenti e i corsi organizzati dalla Federazione internazionale della Gioventù musicale. In questi giorni e sino al 5 agosto, è la volta di “Jazz is back”, una manifestazione internazionale che allieterà le serate del weekend.
Nelle prossime settimane, dal 10 al 19 agosto, Grisignana ospiterà anche il quarto simposio internazionale 'Teoria e Design nell’era digitale'. L'edizione 2007, intitolata "Reality Chic", prenderà in esame le reciproche contaminazioni fra moda e architettura nel laboratorio progettuale guidato dagli architetti Penezic & Rogina e negli interventi di Nigel Whiteley (Lancaster University) e del teorico croato Zarko Paic.
Spingendoci ancora qualche chilometro più a sud, incontriamo un altro piccolo gioiello di borgo, simile a Grisignana nella conformazione, che vanta un’altrettanto interessante patrimonio storico culturale. Si tratta di Montona, sin dalla preistoria il più importante insediamento della zona, famosa in Croazia anche per le leggende nate dalla penna dello scrittore Vladimir Nazor. L’ottava edizione dell’interessante festival cinematografico che vi ha luogo ogni anno a luglio, si chiuderà domani sera dopo una maratona inaugurata lo scorso lunedì (www.motovunfilmfestival.com).
Il pittoresco nucleo cittadino, al quale porta la scalinata più lunga d’Istria (1052 gradini), si eleva alto dall’altra parte della vallata del Quieto, circondato da vigneti e da un bellissimo bosco famoso per i prelibati tartufi, immancabili nei menù dei numerosi ristoranti e agriturismo della zona. Per qualche assaggio veloce accompagnato da un buon vino locale o da una vasta scelta di grappe, non perdetevi l’accogliente ospitalità dell’enoteca “Montonae Traditionis”, vicina al centro, che vende anche ottimo olio d’oliva (tel. 00385917221284). Se volete provare specialità a base di tartufo e selvaggina con “fusi” e gnocchi accanto a prosciutto istriano, ombolo, “luganighe” e vini prodotti in casa, l’agriturismo Monticello, immerso nel verde, è ciò che fa per voi.
Una volta visitato l’interno, potete dirigervi verso la costa. Umago, connubio architettonico romano-veneto, è un luogo di villeggiatura molto frequentato e offre possibilità di escursioni e di relax in spiaggia. Sino al 29 luglio, nella cittadina prosegue il prestigioso “APT Tour Croatia Open”, torneo internazionale di tennis al quale partecipano tennisti illustri di fama mondiale. Nei pressi del complesso turistico Stella Maris, sede della manifestazione, in concomitanza con il torneo, vivacissima si fa l’atmosfera dei numerosi locali e ristoranti. Le nottate sono dedicate soprattutto ai più giovani che, attirati da feste e concerti, affollano le piste da ballo.



di Cristina Favento


pubblicato su Il Piccolo di venerdì 27 luglio

GRISIGNANA, MONTONA E UMAGO, INFORMAZIONI UTILI

Ente per il turismo in Istria
Pionirska 1, HR-52440 Parenzo
Tel +385 (0)52 452 797
info@istra.hrhttp://www.istra.hr/

Ente comunale per il turismo di Grisignana
U. Gorjan 3, HR 52429 Grisignana
Tel. +385 52776 131

Ente per il turismo della città di Montona
Trg Jozefa Ressela 1, HR 52424 Montona

Informazioni su Umago
Trgovačka 6, HR 52470 Umag
Tel. +385 52 741363
sito: http://www.istria-umag.com/

APT Tour Croatia Open
Umago, complesso turistico sportivo Stella Maris.
Le competizioni giornaliere iniziano alle ore 17, quelle serali alle 19. Nelle giornate di sabato e domenica, gli incontri sono posticipati rispettivamente alle ore 18 e alle 20.

Agriturismo Monticello: si trova a 10 km dal confine con la Slovenia nel paesino di Završje, alto Buiese, vicino a Grisignana
Montižel 59, Završje, HR 52429 Grožnjan
tel +385 052 776 212

28 luglio 2007

Philippe Leroy, il fascino non ha età

Il fascino di Philippe Leroy è innegabile. Una dote naturale che non sembra aver perso il lustro di cinquant’anni fa, quando appena iniziava la sua carriera d’attore.
Un rapido scintillio negli occhi, il tempo di elaborare ciò che gli viene chiesto ed ecco arrivare le risposte una dietro l’altra, decise, senza esitazione.Ne ha così tante lui di cose da dire e da raccontare, che non si sofferma neppure. Ci regala un accenno, una battuta, quanto basta per capire che si tratta di una goccia in un oceano! D’altronde è sufficiente aver letto qualche sua intervista qua e là, qualche breve cenno biografico e la sua lunghissima filmografia per sapere che abbiamo di fronte un uomo fuori dal comune. Prova ne sia che, a settantasette anni, continua regolarmente a lanciarsi col paracadute, una delle sue grandi passioni. “L’ultimo lancio è stato domenica scorsa” racconta con nonchalance, tranquillo e sorridente. Esprime carattere e genuina vitalità; mescola simpatia ad un certo snobismo alla francese; conquista e, allo stesso tempo, incute una soggezione reverenziale.

di Cristina Favento


MARCELLO MASCHERINI E LA SCULTURA DEL NOVECENTO

Marcello Mascherini (1906-1983) e’ il più importante scultore (e certamente il più popolare artista) triestino del Novecento. Il centenario della nascita ha offerto l’occasione per una fitta serie di manifestazioni celebrative che hanno riportato all’attenzione del pubblico un personaggio già molto amato eppure ancora da riscoprire in tanti suoi risvolti. La mostra voluta dal Museo Revoltella chiude un anno particolarmente intenso con una proposta un po’ diversa dalla consueta retrospettiva del centenario, in cui la vicenda di Mascherini offre anche lo spunto per una riflessione più ampia sulla scultura del Novecento.

Dal 28 luglio al 14 ottobre, il “Salone degli Incanti”, il nuovo centro espositivo nato dal recupero della grande Pescheria centrale, ospiterà la mostra “Mascherini e la scultura europea del ‘900” in cui saranno presentate 113 opere, di cui 65 firmate da Mascherini e una cinquantina da autori di rilievo della scultura del secolo scorso. Le sue opere, in un arco di tempo che va dalla metà degli anni Venti all’inizio degli anni Settanta, verranno messe a confronto con un’ accurata selezione di pezzi di Max Klinger, Adolfo Wildt, Alfonso Canciani, Ivan Mestrovic, Arturo Martini, Marino Marini, Dino Basaldella, Umberto Baglioni, Marino Mazzacurati, Charles Despieau, Pericle Fazzini, Ossip Zadkine, Emilio Greco, Luciano Minguzzi, Reginald Butler, Lynn Chadwick, Kenneth Armitage. L’esposizione prevede, comunque, anche una sezione introduttiva di particolare interesse nella vicina sede del Museo Revoltella, dove i visitatori potranno immergersi nel clima culturale della Trieste di inizio ‘900, l’ambiente in cui è maturata la vocazione artistica di Mascherini, tra le opere degli scultori locali di poco precedenti o suoi contemporanei come Ruggero Rovan, Franco Asco, Giovanni Mayer, Carlo Hollan e Giovanni Marin, ma anche di grandi nomi come Leonardo Bistolfi.

La carriera di Mascherini è iniziata molto presto ed ha trovato subito occasioni importanti per fare emergere lo scultore a livello nazionale, tra cui le Biennali di Venezia del 1936 e del 1938, che gli valsero l’acquisto di due opere dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
La sua prontezza visiva, la sua capacità di allargare lo sguardo e di rielaborare linguaggi antichi (la grecità arcaica, l'arte etrusca, la bronzistica rinascimentale) e moderni, la sua capacità di incontrare il gusto di un colto e sofisticato mercato internazionale fanno di Mascherini un unicum nell'arte triestina e italiana del Novecento: un unicum che viene indagato proprio alla luce di questa sua fiduciosa apertura verso le molteplici lingue della modernità.Per questo i curatori della mostra, Flavio Fergonzi e Alessandro Del Puppo, hanno voluto proporre una mostra di contesto, divisa in dieci sezioni, che prova ad affrontare la questione dei riferimenti, del rapporto di dare e avere con altri scultori, e può restituirci la piena specificità delle scelte stilistiche di Marcello Mascherini lungo mezzo secolo di storia della scultura italiana ed europea.

Di questo artista “civilissimo e barbaro”, secondo la definizione che su di lui coniò il poeta Alfonso Gatto, colpiscono, però, assieme alla capacità e al desiderio di conoscere e confrontarsi con la scena internazionale, il piacere di isolarsi nel suo mondo, e il mito, sapientemente da lui stesso alimentato, di una solitaria e sdegnosa autoreferenzialità. Mascherini, tuttavia, ha saputo coltivare un collezionismo intelligente e affezionato che gli ha permesso di raggiungere presto e mantenere per sempre un posto di rilievo tra gli scultori italiani del XX secolo.
Grazie ad una ricerca paziente e accurata, è stato possibile rintracciare opere in tutta Europa, nei più prestigiosi musei (dalla Tate Gallery al Musée Royal e al Middelheim Museum di Anversa, dal Centre Pompidou al Museum der Bildenden Kunste di Lipsia, dalla Galleria Mestrovic di Spalato al Museo Zadkine di Parigi, per citare gli stranieri, ma anche nelle gallerie d’arte moderna di Milano, Torino, Firenze e Roma) e in moltissime collezioni private di tutta Italia.
Un contributo essenziale è stato fornito, naturalmente dagli eredi di Mascherini, che hanno creato un Archivio intitolato allo scultore, e dallo Studio del ‘900 di Claudia Gianferrari.La mostra “Mascherini e la scultura del Novecento”, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste, è curata da Flavio Fergonzi e Alessandro Del Puppo ed è diretta da Maria Masau Dan, Direttore dei Civici Musei di Trieste. Catalogo edito da Electa

26 luglio 2007

Luis Enríquez Bacalov, il lavoro è la nostra vita

All’incontro, organizzato nell’ambito della rassegna del Trieste Film Festival dedicata a Franco Giraldi, sono intervenuti molti ospiti per rendere omaggio al regista triestino. Tra questi, il musicista e compositore argentino Luis Enríquez Bacalov, suo affezionato collaboratore. Da moltissimi anni Bacalov vive e lavora in Italia e, nel mondo del cinema, è considerato un professionista ormai più che affermato. Una carriera di successo la sua, ricca di collaborazioni con mostri sacri del cinema come Fellini e Pasolini, coronata nel 1995 da uno dei maggiori riconoscimenti internazionali: l’Oscar, vinto grazie alle struggenti musiche originali composte per la colonna sonora del film Il postino, indimenticabile testamento cinematografico di Massimo Troisi.Subito dopo l’incontro, vista la cortese disponibilità di questo distinto musicista di mondo, abbiamo colto l’occasione per scambiare quattro chiacchiere con lui.

di Cristina Favento
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23 luglio 2007

Volterra, meraviglie di Toscana fra capolavori etruschi e teatro

PISA. A Volterra, nei prossimi giorni, sono due le occasioni per farsi tentare dalle meraviglie della Toscana: la mostra "Etruschi di Volterra. Capolavori da grandi musei europei", che si aprirà domani alle ore 17 al Palazzo dei Priori, ed il Festival Volterra Teatro che, giunto alla sua XXI edizione, proseguirà sino al 29 luglio.
Vicina sia al mare che alle principali città d'arte toscane, Volterra è una tappa d'obbligo tra gli splendidi itinerari possibili nel territorio toscano, dove bellezza paesaggistica e ospitalità si coniugano felicemente ad arte e storia, accontentando un po' tutte le esigenze.

La deliziosa cittadina di origine etrusca conserva anche rovine romane e edifici medievali come la Cattedrale e il Palazzo, sede dell'esposizione. È stata uno dei primi luoghi in Italia, dal XVIII secolo in poi, nel quale sono avvenute sistematiche ricerche archeologiche. La precoce e diffusa notorietà della città dal punto di vista storico-archeologico ha però, allo stesso tempo, favorito la dispersione del patrimonio emerso dagli scavi in diverse sedi espositive.
Sino al 8 gennaio, la mostra sugli etruschi, articolata in sei sezioni, riunirà eccezionalmente i reperti conservati nei maggiori musei europei e le scoperte archeologiche rinvenute negli ultimi venti anni nel vasto territorio toscano di Velathri. Dopo dieci anni, inoltre, il pubblico potrà riammirare la più antica statua di culto in marmo ritrovata nell’Etruria centrale: la famosa testa “Lorenzini” risalente al V secolo a.C.
Il programma del festival teatrale (www.volterrateatro.it), quest'anno incentrato sul Teatro di Figura, spazierà da installazioni d’arte contemporanea a performance d’arte acrobatica africana. C'è attesa per il nuovo lavoro della Compagnia della Fortezza, risultato di un lungo periodo di studio sul provocatorio tema del 'disimpegno' che passa attraverso l’opera di Pasolini e Rabelais fino ad arrivare a Pinocchio. Il Festival festeggerà, inoltre, i quarant’anni di teatro del maestro Mimmo Cuticchio, erede delle antiche tradizioni dell’Opera dei Pupi e del Cunto. Accanto agli spettacoli ci saranno laboratori, concerti, work shop e incontri condotti dagli artisti ospiti.
Consigliamo vivamente di optare per un soggiorno in uno dei numerosi agriturismo della zona, i cui ristoranti spesso propongono primizie di stagione condite da olio extra vergine d'oliva autoprodotto. Tra questi, completamente restaurato, il Podere San Lorenzo, che vanta la prima piscina biologica funzionante senza additivi chimici, serve agli ospiti piatti tipici nella chiesetta francescana del 1200, nucleo originario della costruzione, e l'azienda agricolo pastorale Lischetto offre ospitalità in una tipica casa colonica con vista sulle Balze e sui calanchi. Segnaliamo anche il rilassante relais “Guado al Sole” in Alta Val di Cecina, circondato da 500 ettari di bosco. Costi e disponibilità su www.volterratur.it.
Nelle vicinanze di Volterra si trova anche la villa medicea di Spedaletto, una delle residenze di Lorenzo il Magnifico che vi si recava spesso, soprattutto per immergersi nelle curative sorgenti termali di Bagno a Morba, tuttora esistenti.
di Cristina Favento
pubblicato su Il Piccolo del 20 luglio 2007

Cătălin Mitulescu, uno sguardo nostalgico


Cătălin Mitulescu, classe 1972, sembra avere le idee ben chiare. Pur essendo al suo primo lungometraggio, Come ho trascorso la fine del mondo (titolo originale Cum mi-am petrecut sfarsitul lumil, Romania, 2006), in concorso al Trieste Film Festival, non somiglia affatto al tipico film d’esordio dai tratti, qua e là, indefiniti.
Mitulescu ha evidentemente accumulato un prezioso bagaglio tecnico nelle sue precedenti esperienze sul set. Laureatosi nel 2000 all’Università Nazionale di Teatro e Cinema di Bucarest, il regista rumeno ha lavorato per alcune produzioni nazionali ed ha realizzato spot, video musicali e cortometraggi. Due tra questi sono stati presentati in diversi festival internazionali e, nel 2004, Traffic ha ricevuto la Palma d’Oro a Cannes come Miglior Cortometraggio.
Per Mitulescu, oltre al prestigioso riconoscimento, Cannes segna anche l’inizio di un’importante relazione professionale con Martin Scorsese, all’epoca presidente della giuria, che sarà tra i produttori ...

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di Cristina Favento

VEIT HEINICKEN, SCRITTURA E IMMAGINI DI FRONTIERA


Quest’anno uno degli ospiti d’eccezione al Trieste Film Festival è Veit Heinichen, autore in Germania di alcuni best sellers tradotti anche in italiano. La sezione Zone di cinema si arricchisce di una curiosa incursione nella fiction televisiva intitolata appunto Veit Heinichen, la scrittura e le immagini, che ha fornito agli appassionati una nuova opportunità per indagare il rapporto tra letteratura e cinema.Lo scrittore tedesco, nato nel ‘57 nell’estremo sud della RFT non lontano dalle fonti del Danubio, da parecchi anni ha scelto Trieste come luogo di residenza, nonché come cornice ideale per l’ambientazione dei suoi gialli. E proprio a due suoi romanzi, A ciascuno la sua morte e I morti del Carso, si sono ispirati due film televisivi girati interamente nel capoluogo giuliano dalla prima rete tedesca, l’ARD. Una produzione importante, con un cast di tutto rispetto, presentata in anteprima italiana nel corso della rassegna curata da Elisabetta D’Erme.


Protagonista è naturalmente il popolare commissario di polizia Proteo Laurenti, impersonato dall’attore Henry Hübchen. Proteo è un uomo comune, un po’ pigro ed irascibile, che però “si permette la libertà di pensare”, ama la lettura, l’arte e la buona cucina. Il commissario si dimostra curioso verso ciò che è diverso e straniero, non ha paura di smascherare le ipocrisie e di porre domande inopportune. Potremmo paragonarlo ad un Montalbano d’oltralpe, non fosse che, pur nato dalla penna di uno scrittore tedesco, Laurenti è un salernitano veracissimo che vive in una “metropoli” italiana dell’estremo nord-est. Heinichen, sfruttando con abilità il punto di vista dell’osservatore esterno, ha utilizzato il suo personale filtro culturale ed ha portato una Trieste contemporanea, trasfigurata e originale, nell’immaginario collettivo di milioni di spettatori tedeschi, svizzeri e austriaci. I suoi romanzi rifuggono una categorizzazione troppo schematica all’interno del noir o del poliziesco. Il delitto non sembra essere l’elemento centrale, bensì un pretesto d’esplorazione. Le quotidiane vicende dei personaggi incappano puntualmente nella Storia, nel sociale, nel politico, nel culturale, e offrono ai lettori interessanti spiragli di riflessione che esulano dalla mera ricostruzione del crimine.

di Cristina Favento

foto di Giulio Donini

19 luglio 2007

Dorotheea Petre, Come ho trascorso la fine del mondo

Sembra una ragazza qualsiasi Dorotheea Petre, giovane interprete di Come ho trascorso la fine del mondo, lungometraggio rumeno in concorso al Trieste Film Festival. È schiva, non parla volentieri di sé, pare quasi nascondere la sua bellezza fresca, poco artificiosa, e ritrarsi sotto l'ala protettrice del regista, Cătălin Mitulescu che l'accompagna sempre. Un po' per timidezza, un po' per le difficoltà ad esprimersi nella nostra lingua o in inglese.Eppure, nonostante le semplici e modeste apparenze, chi l'ha vista recitare sul grande schermo non può evitare di osservarla meravigliato, come fosse un piccolo affascinante mistero, e distogliere gli occhi da lei. Nel film interpreta la ribelle diciassettenne Eva che, assieme ai genitori e al fratellino di sette anni Lalalilu, vive i suoi anni più belli e il suo primo amore sullo sfondo di una Romania che si appresta ad una grande svolta. Espulsa dalla scuola per aver rovesciato un busto di Ceausescu e delusa dal suo innamorato che non ha avuto il coraggio di difenderla, Eva si rifugia nell'amicizia con Andrei e nei suoi progetti di sfuggire all'oppressione della dittatura attraversando il Danubio a nuoto. Gli avvenimenti politici scorrono paralleli alle vicende adolescenziali della ragazza e il racconto alterna allegra quotidianità, ironia e immagini reali a momenti estremamente poetici e struggenti.

di Cristina Favento

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foto di Giulio Donini

Magic Eye, l'occhio interiore del cinema albanese

Il premio CEI è stato assegnato, nell’ambito del Trieste Film Festival 2007, all’albanese Kujtim Çashku, personalità di spicco della cinematografia più giovane ed emarginata d’Europa. Il regista, da anni impegnato al fine di rompere l’isolamento culturale che ancora grava sulla cinematografia albanese, è il fondatore e direttore della nuova scuola di cinema nonché del Festival Internazionale dei Diritti Umani di Tirana.Al di là di qualsiasi giudizio artistico, il premio intende soprattutto essere un riconoscimento per la costanza e la tenacia di Çashku, un uomo che ha fatto tanto, che ha creduto in quello che faceva, che ha avuto la forza di esporsi in prima persona per esprimere le proprie opinioni e lanciare un segnale positivo alle giovani generazioni.

di Cristina Favento
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18 luglio 2007

Venezia: consigli enogastronomici in pillole

Piccolo, alti soffitti archivoltati, bel soppalco e tavolini che si affacciano sul Canal Grande, ai piedi del ponte Rialto (lato S.Polo) c'è "Bancogiro" (tel 041-5232061). L'atmosfera è quella della tradizionale osteria veneziana con ampia gamma di raffinati "cicchetti" (stuzzichini da aperitivo che vanno da polpetta e sardone ripieno a crostini con acciughe o baccalà mantecato), qualche gustosa portata tipica e vini ben selezionati.
Per gli appassionati del buon bere, sulle fondamenta della Toletta (sestiere di Dorsoduro 1169/A) in uno scorcio pittoresco tra l'Accademia e Ca' Rezzonico, c'è l'Osteria Enoteca "Ai Artisti" che varia la lista dei primi piatti con prodotti freschi di stagione preparati al momento.
Se cercate un vero e proprio ristorante tradizionale di qualità, non può deludervi la "Corte Sconta" (Venezia Castello, Calle del Pestrin 3886, tel 041-5227024).
Frequentatissimi dai più giovani sono i locali di Campo S.Margherita (due classici: Cafè Rosso e Caffè Noir) e di Rialto (Il Muro). Verso le Zattere, nel weekend imperdibile è lo spritz al Chioschetto, proprio in riva al Canale delle Giudecca.

di Cristina Favento
pubblicato sul Piccolo di venerdì 13 luglio 2007

14 luglio 2007

Festa del Redentore a Venezia

VENEZIA. Questo fine settimana nella capitale veneta, come accade da ormai oltre quattrocento anni, si rinnova l'atmosfera magica che da sempre caratterizza la Festa del Redentore. Tra le più amate dai veneziani e dai turisti, l'antica celebrazione ricorda la liberazione dal flagello della peste che nel Cinquecento colpì l'intera Europa.
Per invocare la fine della pestilenza, considerata all'epoca una sorta di punizione divina, il Senato Veneziano approvò la proposta avanzata dal Doge di costruire sull'isola della Giudecca un tempio dedicato al Cristo Redentore "che i sucessori anderanno solennemente a visitare a perpetua memoria del beneficio ricevuto".
Nel maggio del 1577 fu posta la prima pietra dell'edificio, progettato da Andrea Palladio, e la terza domenica di luglio di quello stesso anno la Serenissima fu proclamata libera dal contagio pestilenziale. Attraverso il canale fu realizzato un ponte di ottanta galee per permettere al corteo guidato dal Doge di raggiungere la chiesa, costruita provvisoriamente in legno, e celebrare le solenni funzioni di ringraziamento.

Da allora, ogni terza domenica di luglio, la popolare ricorrenza continua ad esser festeggiata per terra e per mare, non solo al Tempio del Redentore ma in tutta Venezia, con numerose manifestazioni in campi e campielli e la spettacolare Regata del Redentore, in cui competono gondole e pupparini.
Sin da sabato al tramonto, centinaia di imbarcazioni (circa millecinquecento ogni anno), addobbate e illuminate, affluiscono nel bacino di San Marco e nel Canale della Giudecca. La serata trascorre attendendo in compagnia le 23.30 per assistere ai "foghi del Redentor", tradizione acquisita in tempi meno remoti (1978) per dare un tocco più scenografico e moderno alla festa.

Quest'anno, per la prima volta, i fuochi artificiali saranno accompagnati da una colonna sonora sincronizzata diffusa da un complesso sistema di amplificazione in tutta l'area del bacino di S.Marco e trasmessa in diretta da Gv radio inBlu. Dieci sono i brani scelti, da Strauss e Stravinsky sino a U2 e Tiromancino, per ammaliare gli spettatori che seguiranno la “Notte famosissima” dalle imbarcazioni e dalle rive. L'innovativo spettacolo piro-musicale contribuirà a rendere ancor più suggestiva la particolare manifestazione che si arricchisce, inoltre, di una serie di eventi collaterali.
Un Festival di musica sacra avrà luogo, oggi e domani, sui sagrati di sei chiese veneziane (Frari, San Zaccaria, San Trovaso, San Giacomo dell’Orio, San Giovanni in Bragora e San Giovanni e Paolo) già palcoscenici delle prime forme di teatro musicale. Venezia riscopre per l'occasione questi spazi sospesi tra sacro e profano che, silenziosi e privi di traffico, offrono una condizione acustica assai rara nelle altre città e si prestano ad esecuzioni con strumenti dal suono delicato senza l'ausilio di sistemi di amplificazione. Il Festival si concluderà domenica sera, dopo la Messa Votiva presieduta dal Patriarca Scola, all’interno della Chiesa del Redentore con l'atteso concerto del violinista Ino Mirkovich accompagnato dal pianista Odil Chakirov.Sino a domenica, la città lagunare ospiterà anche Gerry Hofstetter, artista noto per le creative installazioni di Light art nei luoghi più suggestivi del globo: dal Castello di Dracula in Transilvania, alle piramidi in Egitto, passando per le scogliere di Dover e gli iceberg dell’Antartico. Fantasie e temi legati all’immagine di Venezia e dell’evento, saranno proiettati sulle facciate del restaurato Mulino Stucky, delle Chiese del Redentore e delle Zitelle. Non sarà trascurata l'area marciana, sia il Palazzo Ducale che il campanile verranno illuminati dall’artista svizzero.

Sull'isola della Giudecca, la manifestazione "Redentore ettnic@, voci, suoni e visioni dai popoli", si concluderà oggi con concerti, spettacoli danzanti e tornei di basket per i più piccoli.
Il ponte votivo che, come di consueto, collegherà l'isola della Giudecca con le Zattere per mezzo di moderne piattaforme galleggianti, sarà inaugurato sabato alle ore 19 e sarà percorribile sino a domenica notte.

di Cristina Favento
articolo pubblicato nella rubrica weekend del Piccolo venerdì 13 luglio

10 luglio 2007

RED HOT CHILI PEPPERS, concerto a Udine

"Energetici, vitali, coinvolgenti". I numerosi fan accorsi ad acclamare i Red Hot sono tutti d'accordo nel definire i loro beniamini. Dalle prime trasgressive apparizioni live alle storiche esibizioni a Woodstock, sino alle ultime date del tour mondiale che sta registrando ovunque il tutto esaurito, la band californiana si è sempre fatta notare per l'eccezionale carica espressiva e l'originalità delle performances.

L'atmosfera pre-concerto è ricca d'entusiasmo e aspettativa. Nonostante il caldo, numerosi sono i gruppetti da ore accampati sotto il sole fuori dallo Stadio Friuli di Udine. "Dal vivo sono strepitosi" affermano in coro i primi in fila per entrare ed aggiudicarsi le ambite postazioni sotto il palco. "E' la prima volta che vengo ad un concerto! Stanotte non ho dormito ma sono sicura che ne varrà la pena" dichiara entusiasta Daniela arrivata all'alba da Lecce.
"Danno sempre il massimo e questo al pubblico arriva" concordano i fedelissimi che li seguono instancabilmente da anni.
Alcune fan appena diciottenni sono talmente eccitate per l'apertura dei cancelli che si precipitano all'interno urlanti, agitando striscioni e gadget a forma di peperoncino formato gigante.
Daniel di Pordenone, accampato con gli amici sotto il palco, porta tatuata su schiena e braccio la propria ammirazione: dall'inconfondibile brand della band sino ai motivi tribali che riprendono quelli del carismatico cantante Anthony Kiedis.
Pur essendo poco più che ventenne, questo è il settimo loro concerto a cui Daniel assiste "I Red Hot per me sono "Il Gruppo", mi sono piaciuti particolarmente a Praga e a Milano" ci racconta con gli occhi che brillano "so già che anche stavolta saranno fantastici come sempre, è già una grande emozione anche solo stare qui ad aspettare che suonino".
Il pubblico è piuttosto eterogeneo ma il prato è invaso soprattutto dai più giovani. Fanno eccezione, in pool position, un famigliuola composta da genitori quarantenni e due bambine di dodici e dieci anni, tutti vestiti con magliette e pantaloni tappezzati da foto della band. Poco distanti notiamo anche una coppia sulla cinquantina, Anna e Gian, arrivati ieri in moto da Ancona. "Abbiamo fatto una piccola follia perché li seguiamo dagli esordi, ci fanno sentire come se avessimo vent'anni in meno".


La maggior parte delle persone si dichiarano appassionati conoscitori e gli album più apprezzati sembrano essere "Blood Sugar Sex Magic" e "Californication". Nonostante il tuor sia dedicato alla promozione del doppio album "Stadium Arcadium", i più attesi restano pezzi storici come "Give it away" e "Under the bridge" seguiti da "Californication" e "Other side".
Numerosi sono i fan stranieri, giunti soprattutto da Austria, Slovenia e Croazia. Incappiamo anche in un gruppo di tre fan inglesi che stanno facendo un viaggio in treno tra Italia e Grecia. Entusiasti dopo aver assistito alla performance di Hyde Park qualche anno fa, una volta programmato l'interrail, hanno ben pensato di procurarsi su internet i biglietti per rivivere quell'esperienza alla tappa live italiana.
Così come gli altri 40.000 presenti accorsi allo stadio pur di sentire quell'inconfondibile scossa adrenalinica al peperoncino, certamente non sono rimasti delusi.
di Cristina Favento
articolo pubblicato sul Piccolo del 29 giugno 2007
PS: Peccato per il finale, arrivato troppo veloce e inaspettato. Delusione per le mancate esecuzioni di "Give it away" e "Californication"

02 luglio 2007

NOTTE ROSA A RIMINI

Questo sabato la festaiola "Notte Rosa" coinvolgerà l'intera Riviera Romagnola. Per l’occasione, la costa sarà invasa da aquiloni, palloncini, fiori e luminarie, tutto rigorosamente rosa. Rimini, cuore dell'iniziativa, ospiterà gran parte degli oltre duecento fantasiosi appuntamenti; tra questi, il pink schiuma party sulla spiaggia e gli spettacolari lanci di alcuni paracadutisti muniti di fumogeni rosa. Per tingere la magica notte riminese è stata ideata anche un'illuminazione ad hoc.
Oltre agli stravaganti effetti scenografici, il cartellone è ricchissimo di concerti: Raf, Neffa, Avion Travel, Mau Mau; fuori città Fiorella Mannoia, Tiromancino e molti altri; Misano, in occasione del raduno mondiale delle Ducati, ospiterà Patty Smith.


A mezzanotte, in nove diversi punti del lungomare, scatteranno sincronicamente gli spettacoli pirotecnici. I più fortunati potranno godersi i fuochi artificiali in mongolfiera, naturalmente rosa, a 30 metri d'altezza.
Per riscaldare l’atmosfera, oggi ci sono in programma un festival di poesia medievale, l'apertura del campionato italiano di Beach Volley e un concerto di Jesse McCartney.
Meta prediletta da italiani e stranieri, Rimini ha due anime: l’interessante centro storico, con monumenti di età romana e rinascimentale, e Marina Centro, con aree verdi, negozi, locali e spiagge. Come polo vacanziero si afferma a inizio '900 ma il primo stabilimento balneare risale al 1843. La città, nell'immaginario cinematografico ricordata da alcuni per la scanzonata atmosfera di "Rimini Rimini" e da molti per le indimenticabili scene di "Amarcord", ha dato i natali a Hugo Pratt e Federico Fellini.

Simbolo riminese è il rinascimentale Tempio Malatestiano (1460), progettato da Leon Battista Alberti e commissionato da Sigismondo Malatesta, che dimorava nell'imponente Castel Sismondo, oggi Museo delle Culture extraeuropee. Poco distante, la chiesa di S. Agostino (1247) conserva i capolavori del Maestro dell’Arengo. Sulla centralissima Piazza Cavour si affacciano Palazzo Arengo, il Teatro Comunale e il Palazzo del Podestà. Il Museo della Città, allestito nell’ex convento dei Gesuiti, custodisce opere del Ghirlandaio, del Guercino, del Reni e una preziosa raccolta di arazzi e ceramiche. Da visitare il Borgo di San Giuliano, antico quartiere di pescatori; nell'omonima chiesa si può ammirare "Il Martirio di San Giuliano" del Veronese. Nelle vicinanze del Ponte Tiberio, uno dei pochi ponti romani ancora esistenti, trovate l'elegante ristorante "Acero Rosso", con suggestivo cortile interno e una fornita cantina di vini a vista.

La gastronomia riminese è rinomata nella preparazione di primi e piatti a base di pesce (mantecati con ottimi brodetti e sughetti alla marinara). Consigliati anche il gustoso piccione farcito e i vari arrosti accompagnati da un buon Sangiovese o da un fresco Trebbiano. Sul lungomare Murri, la veranda dello "Soleiado" rappresenta un'invitante opportunità easy-chic con vista mare e atmosfera piacevole. Se desiderate una cucina semplice, tradizionale e a prezzi popolari, a Vergiano c'è l'accogliente "Baracca".
Non perdete l'occasione di visitare la vicinissima San Marino.

di Cristina Favento
articolo pubblicato su "Il Piccolo" sabato 30 giugno 2007