16 ottobre 2013

Travel Blogger Destination Italy a Rimini


Domani si parte per una nuova avventura social. Una partenza last minute non prevista ma gradita. Vado al TBDI - ovvero al Travel Blogger Destination Italy - alla Fiera del Turismo di Rimini organizzata come ogni anno dal TTG.
Sono contenta di reincontrare vecchie e nuove conoscenze. Curiosa di sentire che cosa ci racconteranno e di sbirciare, in veste diversa questa volta (mi pare quasi di esser in incognita!), le mosse del mercato turistico verso i blogger emergenti.. Rimini, a noi due!

15 ottobre 2013

Barcolana Live e Trieste social, hashtag e trending topic, ovvero di come sto familiarizzando con Twitter


Della Barcolana parlano le immagini che ho già postato sul blog La Girandola. Volevo invece condividere la bella esperienza social fatta insieme al simpatico gruppo di blogger, tweettatori e fotografi riunitisi qui a Trieste negli scorsi giorni. Tra questi - ne nomino solo alcuni - la bella Mafe, il signor Insopportabile, la dolce Tazzina di, la spassosa Paola Faravelli, l'irresistibile Rocco e Gallizio, che un giorno mi spiegherà cosa ci fa tra i suoi follower Barack Obama...
Tutti pronti a cinguettare al motto di #BarcolanaLIVE! E l’hashtag ufficiale del progetto ieri è entrato nei trending topic di Twitter, ovvero tra le dieci parole o frasi più utilizzate sulla piattaforma. 

A innescare la vivace operazione comunicativa in occasione della regata è stato Turismo FVG, in collaborazione con #TriesteSocial e la community di instagramer del Friuli Venezia Giulia. Trieste e la Barcolana si sono così conquistate una notevole visibilità, veleggiando col vento in poppa - si fa per dire, dal momento che nella competizione vera è mancato completamente - tra i temi caldi e più chiacchierati di due social network popolarissimi. 

Dico due perché anche su Instagram si sono scatenati alcuni partecipanti al blog tour: gli “igers” e i blogger presenti in città hanno postato oltre 900 foto con dei picchi di popolarità registrati da vere e proprie personalità della rete. Come l’instagramer spagnolo Oliver Vegas, che con un’immagine della Grotta Gigante in notturna ha raggiunto in breve tempo quasi 14 mila “like”. 

Nei pochi momenti che sono riuscita a condividere con i miei colleghi comunicatori, era un po' come essere in gita scolastica alle superiori. Strana sensazione sentirsi parte (piccolissimissima parte, accanto a social-comunicatori ben più talentuosi ed esperti di me!) di questo tipo di azione mediatica: collettiva, veloce, interattiva in maniera diversa da come lo possono essere la carta, un blog o una pagina Facebook. Come passare dal bidimensionale al 3D insomma (anche se non sopporto gli occhialini che ti danno al cinema, così come non amo l'idea di twittare continuamente - del resto nessuno te lo chiede..).

E' stata una bella esperienza, stimolante. Soprattutto - potrebbe sembrare un paradosso ma così non è - nell'interazione reale, faccia a faccia, umanissima. Dall'attimo in cui incontri per la prima volta in carne e ossa qualcuno che "conosci già" (perché in rete se "frequenti" qualcuno, in qualche modo lo conosci già), al momento in cui trasformi la realtà che vivi in un distillato di racconto in 140 caratteri, mi è sembrato che Twitter fosse solo un breve inter-mezzo. Un potente strumento di comunicazione e riflessione (potenzialmente), ma pur sempre un piccolo sofisticato gioco, al quale ti dedichi tra uno starnuto e una cena. Un gioco che ti riesce o meno soprattutto in base a ciò che fai e sei nel resto del tempo. 

E mi è venuto in mente quel genio di David di Tivoli quando dice "in fondo Twitter è riuscito nella missione più difficile: far apprezzare ai suoi utenti i semafori rossi".

Alla prossima avventura social, se avrete voglia di seguirla mentre aspettate il verde...

01 ottobre 2013

Dalla polemica alla costruzione. Lettera di Dario Fo a Guido Barilla su Change.org


Sebbene stanca ormai della polemica che imperversa in questi giorni sulle dichiarazioni di Barilla e poco propensa a prendervi parte, vi propongo la lettera scritta da Dario Fo su Change.org perché è un modello di come vorrei sempre essere capace di risolvere (così come vorrei che anche gli altri fossero altrettanto capaci di farlo) le situazioni di criticità.
Ovvero proponendo dei modi per superare lo status quo che produce sterili polemiche, passando finalmente alla costruzione di un nuovo presente, che affronti e risolva i nodi venuti al pettine. Dario Fo in questa situazione lo fa, con chiarezza e intelligenza, chiamando in causa - giustamente - l'immagine di un intero Paese che in passato ha avuto un ruolo di primo piano nella creazione di un immaginario collettivo non solo italiano. Lo fa guadagnandosi ancora una volta la mia stima. Non ci voleva tanto, mi dirà qualcuno. Beh, a volte quel poco occorre che qualcuno lo faccia, meglio ancora se un premio Nobel che gode di stima internazionale, e nel modo giusto. 
Liberi tutti. 
Cristina Favento
@cristinafavento

"Caro Guido Barilla,
Ricordo i primi spot televisivi di Barilla, a cui ho partecipato non solo come attore ma anche come autore dei testi e della sceneggiatura nonché del montaggio. Ebbero un enorme successo e, in quel tempo, ho avuto anche l'occasione di conoscere Pietro, vostro padre.
Una persona piena di creatività ed intelligenza, appassionato d'arte e di cultura.
In quegli spot abbiamo raccontato di prodotti che sono diventati simbolo dell'Italia e degli italiani tutti, nelle nostre case e nel mondo. La pasta soprattutto è sinonimo d'Italia, di casa e di famiglia. Per tutti.
Ecco: oggi il nostro Paese è fatto di tante famiglie unite solo dall'amore delle persone che ne fanno parte. Amore che non è in grado di discriminare, che non ha confini: e l'amore, in tutto il mondo, può nascere tra un uomo e una donna, due donne, due uomini. 
Sull'amore si fonda una famiglia, quella che la vostra azienda racconta nella sua comunicazione. Sull'amore si fonda una casa. 
Alla domanda sul perché la sua azienda non faccia spot pubblicitari con famiglie gay, lei ha risposto: "Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale. Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell'azienda". Poi, in seguito alle polemiche che si sono scatenate, ha specificato: “Volevo semplicemente sottolineare la centralità del ruolo della donna all'interno della famiglia”. E ancora: “Ho il massimo rispetto per qualunque persona, senza distinzione alcuna. Ho il massimo rispetto per i gay e per la libertà di espressione di chiunque. Ho anche detto e ribadisco che rispetto i matrimoni tra gay. Barilla nelle sue pubblicità rappresenta la famiglia perché questa accoglie chiunque e da sempre si identifica con la nostra marca”
Ecco, Guido. La sua azienda rappresenta l'Italia: nel nostro Paese e in tutto il mondo. Un'Italia che è fatta anche di coppie di fatto, di famiglie allargate, di famiglie con genitori omosessuali e transgender.
Ecco perché le chiedo di cogliere questa occasione e di ritornare allo spirito di quegli spot degli anni '50 dove io stesso interpretavo uno spaccato della società in profondo mutamento. Ecco perché le chiedo di uscire dalla dimensione delle polemiche e farsi ambasciatore della libertà di espressione di tutti.
Mi appello a lei, caro Guido, perchè ha modo di ridare all'Italia di oggi la possibilità di rispecchiarsi nuovamente in uno dei suoi simboli e alla sua azienda di diventare ambasciatore di integrazione e voce del presente. E chiedo quindi che lo faccia con le prossime campagne pubblicitarie del gruppo Barilla, dove la famiglia potrà finalmente essere rappresentata nelle sue infinite e meravigliose forme di questi nostri tempi.
Come ho già scritto: "Buttiamoci con la testa sotto il getto del lavandino e facciamo capire ai briganti che qui siamo ancora in molti in grado di dimostrare di far parte di un contesto di uomini e donne libere e pensanti".
DARIO FO