30 novembre 2007

Ein Prosit e San Niccolò coi Krampus nei centri del Tarvisiano

È in corso in questi giorni la nona edizione di “Ein Prosit”, una gustosa occasione per avventurarsi alla scoperta del Tarvisiano. Dedicata ai vini originari del Friuli Venezia Giulia e d’Italia, la manifestazione propone oltre centocinquanta produttori per una straordinaria "Mostra-Assaggio" che si terrà nel Palazzo Veneziano di Malborghetto. Come per le scorse edizioni, anche il settore della gastronomia sarà ben rappresentato da una cinquantina di aziende che propongono i propri fiori all’occhiello nella sezione denominata “Culinaria”.

Organizzata dal Consorzio di Promozione Turistica del Tarvisiano, di Sella Nevea e del Passo Pramollo in collaborazione con l’Agenzia Turismo FVG, l’iniziativa si è aperta ieri e prevede un intenso programma di cinque giornate che si concluderà lunedì. Il palato dei visitatori sarà sedotto dagli "Itinerari del gusto", alla presenza di grandi Chef nazionali ed internazionali, deliziato dalla sezione "La cucina della Valcanale ed i vini autoctoni", ovvero le proposte dei ristoratori del Tarvisiano abbinate ai vini presenti alla manifestazione, ed educato dai "Laboratori del sapore", scoperte e riscoperte dell'enogastronomia regionale. A completare l’offerta ci sono i "Mini-eventi", presso i ristoranti del comprensorio in orario pre e post cena, le "Degustazioni guidate" in lingua italiana e tedesca, gli "Incontri e seminari", incentrati su diversi aspetti del mondo viti-vinicolo, e l'anteprima di Alpe Adria Cooking, affermato Festival Internazionale di Alta Cucina. Novità di quest'anno sono uno spazio dedicato ai produttori biologici/biodinamici e la presenza di aziende provenienti dalle vicine Austria, Croazia e Slovenia. Per informazioni più dettagliate: 0428-2392, http://www.einprosit.org/.
Durante la manifestazione, a cura dello Chef Norbert Niederkofler del Ristorante St.Hubertus di San Cassiano, sarà celebrato con una cena il “Millenario della Foresta di Tarvisio”. Lo splendido patrimonio di flora e fauna, entrato a far parte del demanio italiano dopo la prima guerra mondiale, è meta ideale per gli appassionati di natura e sport (sci, alpinismo, arrampicata, ecc).
Per chi è in vena di prodezze adrenaliniche, nel bosco limitrofo al piazzale della funivia del Canin, c’è il Parco Avventura Sella Nevea, inaugurato lo scorso anno. In questo particolare parco dei divertimenti si pratica il “threeclimbing”, che consiste nell’arrampicarsi e spostarsi, imbracati con attrezzature di sicurezza, lungo dei percorsi realizzati tra gli alberi mediante passerelle, carrucole, liane e ponti tibetani.

Chi preferisce, invece, una tradizionale passeggiata alla scoperta dei magici paesaggi invernali, magari con ciaspe e racchette, può aggregarsi alle bellissime escursioni organizzate periodicamente dalle guide naturalistiche locali. Tra le destinazioni più emozionanti includiamo i Laghi di Fusine oppure, raggiungibile attraversando tra i boschi il Sentiero del Pellegrino, il mistico santuario della Madonna di Lussari. Dal piccolo borgo omonimo si gode una vista meravigliosa sull’intera catena delle Alpi Giulie.

La prossima settimana, inoltre, saranno in corso nel Tarvisiano alcune tradizionali celebrazioni di San Niccolò che, così come in Carinzia e in Slovenia, arriverà vestito da Vescovo e accompagnato dai diabolici “Krampus”. La sera del 5 dicembre, all’imbrunire, le misteriose creature silvestri, munite di fiaccole, attraverseranno le vie centrali dei paesi accompagnando il carro del Santo intento a lodare o ad ammonire i bambini.
Ricoperti di pelli o pellicce, i Krampus indossano mostruose maschere sormontate da alte corna, emettono suoni gutturali e fanno un gran baccano con bastoni, verghe e campanacci. Affascinante allegoria della lotta tra bene e male che unisce tradizione cristiana a rituali d’ispirazione pagana, la divertente parata spesso si conclude nella piazza principale del paese con giochi e danze attorno al falò. All’indomani, nei piatti riposti la sera prima vuoti sul davanzale, secondo il merito, i bambini troveranno cioccolato, frutta secca e piccoli Krampus di pane dolce.
di Cristina Favento, pubblicato su Il Piccolo di venerdì 30 novembre 2007

Cucina e vini della Valcanale

Sarà ricca e articolata come sempre l’offerta enogastronomica in occasione di Ein Prosit 2007. Gli ospiti potranno scegliere fra i creativi "Menu Assaggio" che verranno proposti nei ristoranti del Tarvisiano in abbinamento ai vini delle aziende presenti alla manifestazione. Ogni menù ha un costo fisso, inclusivo di tutto, che varia tra i 45 e i 100 euro.

I ristoranti che aderiscono all’iniziativa sono “La Baita” (via del Forte 4, tel. 0428-41959) e “Casa Oberrichter” (via Superiore 4, tel. 0428-660570) a Malborghetto; Ristorante Al Montone (Via Valcanale 53, tel. 0428-63010) a Camporosso; Antica Taberna Tarvisia (pza Unità, tel. 0428-40754); Al Buon Arrivo (Via Stazione 20, tel. 0428-2219); Ristorante Golf Club (via Priesnig 5, tel. 0428-645030); Ristorante Hotel Edelhof (via Diaz 13, tel. 0428-644025); Ristorante Hotel Nevada (via Kugy 4, tel. 0428-2332); Tschurwald (via Roma 8, tel. 0428-2119) e Valle Verde (via Priesnig 12, tel. 0428-2342), tutti a Tarvisio.

25 novembre 2007

CANTO NUTTURNO DI UN PASTORE ERRANTE DELL'ASIA, di GIACOMO LEOPARDI

Tragicamente pessimista ma bellissima.
A qualcuno potrà sembrare banale pubblicare oggi versi di Leopardi, ma spesso è difficle resistere alla grandezza di un classico, al balsamo sublime dei vecchi amori.


Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, non sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita la vita del pastore.
[…]
Pur tu solinga eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
questo viver terreno,
il patir nostro, il sospirar, che sia;
che sia questo morir, questo supremo
scolorar del sembiante,
e perir della terra, e venir meno
ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
il perché delle cose, e vedi il frutto
del mattin, della sera,
del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
rida la primavera,
a che giova l’ardore, a che procacci
il verno co’ suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
che son celate al semplice pastore
[…]
Forse s’avess’io l’ale
da volar su le nubi,
e noverar le stelle ad una ad una
o come il tuono errar di giogo in giogo,
più felice sarei, dolce mia greggia,
più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
mirando all’altrui sorte, il mio pensiero:
forse in qual forma, in quale
stato che sia, dentro covile o cuna,
è funesto a chi nasce il dì natale.

Giacomo Leopardi

TIZIANO L'ULTIMO ATTO A BELLUNO, ITINERARI, MERCATINI E ARTEGUSTO


BELLUNO. Un grande mostra per riscoprire assieme un uomo che, con la sua arte, ha illuminato un’epoca. “Tiziano, l’ultimo atto”, curata da Lionello Puppi e allestita dall’estroso architetto ticinese Mario Botta, è ospitata sino al 6 gennaio nel cinquecentesco palazzo Crepadona a Belluno. Alla retrospettiva principale si affianca, inoltre, una singolare sezione accolta nella sede della Magnifica Comunità di Cadore a Pieve, paese natale dell’artista.
Proprio a Pieve sceglierà di ritirarsi il grande Maestro nel 1570, per concentrarsi sui propri affetti e dedicarsi alla sua ultima stagione, una sorta di testamento artistico parsimonioso e meditato, lontano dalle frenesie delle produzioni giovanili. Le sue ultime fatiche pittoriche vertono soprattutto su soggetti sacri e mitologici, riflettono il senso d’incertezza che caratterizzò quegli anni di fine secolo martoriati dalla peste e stravolti dalla Controriforma.

Oltre un centinaio di opere, tra dipinti, incisioni e disegni arrivati dai più prestigiosi musei internazionali, ci raccontano l’epilogo magico e inquieto del “divin pittore”. Segnaliamo la splendida “Mater dolorosa”, recentemente ricomparsa; l'intenso “Ritratto di donna con fanciulla”; il famoso “Cristo Portacroce"; l'esplosiva “Venere e Adone” che giunge da Losanna; il prezioso “Autoritratto di profilo”, in gesso nero su carta avorio, proveniente da una collezione privata americana, e “Ultima cena”, che per la prima volta lascia la Spagna, esposto assieme al “Ritratto di Paolo III” dall’Ermitage di San Pietroburgo e al “San Giacomo in cammino”, opera chiave della poetica di Tiziano di quest’ultimo periodo.
Eccezionale è, inoltre, la sezione dei disegni provenienti da Parigi, Cambridge, New York, Rennes.

In corrispondenza della mostra, sono state studiate speciali agevolazioni per i visitatori e ideate numerose manifestazioni collaterali (per informazioni: AIAT Belluno, tel. 0437 940083, www.infodolomiti.it oppure www.tizianoultimoatto.it). Tra queste, l’iniziativa “Lungo le vie di Tiziano” prevede cinque possibili itinerari alla scoperta dello splendido territorio bellunese e del Cadore: da Vittorio Veneto a Lentiai, da Belluno a Zoppè, da Perarolo a S.Vito, da Pieve a Domegge, da Vigo al Complico.
Nell’intento di omaggiare ogni anno i grandi personaggi veneti, sarà dedicata a Tiziano anche la quarta edizione di “AltoGusto”, rassegna enogastronomica in programma da novembre a febbraio. Otto fra più rinomati ristoranti della provincia di Belluno (“Al Borgo” di Belluno, “Al Capriolo” di Vodo di Cadore, “Alle Codole” di Canale d’Agordodi, “Dolada” a Plois di Pieve D’Alpago, “Laite” a Sappada, “San Lorenzo” a Puos d’Alpago, “Baita Fraina” e “Tivoli” a Cortina d’Ampezzo) dedicheranno al grande artista i propri menù degustazione divertendosi a ricercare nella mise en plate caratteristiche forme e colori del Vecellio.

Questo sabato e domenica, presso la Piazza dei Martiri a Belluno, si terrà anche una mostra mercato di prodotti alimentari delle diverse regioni italiane mentre, per tutto il mese di dicembre, sarà in corso il mercatino di Natale, con addobbi natalizi, articoli da regalo, prodotti artigianali tipici e specialità gastronomiche.

di Cristina Favento,
pubblicato su "Il Piccolo" di venerdì 23 novembre 2007

24 novembre 2007

SORROW, DISEGNO DI VINCENT VAN GOGH


Disegno di Vincent Van Gogh, L'Aja 1882

“Quest'inverno ho incontrato una donna incinta, abbandonata dall'uomo di cui portava il figlio in grembo. […] Ho preso questa donna come modella e ho lavorato con lei per tutto l'inverno.”

“La vita ha ferito Sien, la sofferenza e le avversità l'hanno segnata. […] Quando la terra non viene messa alla prova, non ne si può ottenere nulla. Lei, lei è stata messa alla prova; di conseguenza trovo più in lei che in tutto un insieme di donne che non siano state messe alla prova dalla vita”.

Vincent Van Gogh
Tratto da una lettera destinata all'artista olandese Anton Van Rappard

21 novembre 2007

SAPORI DELLA VALLE DEL QUIETO

Segnaliamo di seguito alcuni ristoranti che basano la propria offerta gastronomica su specialità al tartufo.
Raccomandati dall’Ente per il turismo in Istria sono: il notissimo Zigante (Livade 7, tel. 00386 52664302, http://www.zigantetartufi.com/) che a base di tartufo propone anche formaggi, grappe e gelato; il Toklarija a Buzet (Sovinjsko Polje 11, tel 00386 52 663031) dove trovare ottime crespelle, prosciutto e porcini; Pod Voltom a Montona (Trg J.Ressela 6, 00386 52 681923, http://www.pahovic.com/) che offre selvaggina e carpaccio di carni tartufate.
Se cercate posti più alla mano e dall’atmosfera meno ricercata, ciò che fa per voi è la Humska konoba di Merlac a Rozzo (Roc, Hum 2, tel 00 386 52 660005) con frittate di asparagi e funghi, la grappa di Hum e naturalmente i fuzi al tartufo. Piatti tipici e calorosa ospitalità vi riserverà anche la konoba Dolina a Gradinje: da provare il filetto al tartufo e la medica (grappa al miele).

19 novembre 2007

SULLE TRACCE DEL TARTUFO BIANCO NELLA SPLENDIDA ISTRIA CROATA

Per gustare una delle prelibatezze gastronomiche più ricercate sin dall’antichità, non occorre arrivare fino in Piemonte. Il tartufo bianco d’Istria, infatti, è uno dei più pregiati al mondo e, secondo alcune scuole di pensiero condivise dagli addetti ai lavori, non teme il confronto con quello più noto proveniente da Alba.

Dopo decenni di silenzioso contrabbando atto ad alimentare la buona tavola europea, negli ultimi anni, ad attirare l’attenzione internazionale in terra croata è stato soprattutto un ritrovamento entrato nel Guinness dei primati: nel novembre 1999, nelle vicinanze di Buie, è stato trovato il più grande tartufo al mondo (ben 1310 grammi), subito soprannominato “Millennium” e consumato ad una cena alla quale parteciparono ben cento invitati. Il fortunato “tartufaro” incappato nella scoperta era il sig. Zigante che, oggi, nell’omonimo e rinomato ristorante a Livade (Levade), dove ha luogo anche la fiera del tartufo bianco comunemente chiamata “Tuberfest”, custodisce una statua in bronzo che riproduce forma e dimensioni del famoso tubero da record.
Il cosiddetto Tuber Magnatum Pico, scientificamente classificato come fungo, necessita di un clima e un terreno particolari e di alcune specifiche piante, come faggi e querce, con le quali vive in simbiosi. Oltre al già citato habitat piemontese, questa apprezzata specie, dunque, nasce e cresce nella terra grigiastra e argillosa dell’entroterra istriano, diversa da quella rossa del litorale.
In questo periodo dell’anno siamo in piena stagione di raccolta e si può avere la possibilità di consumare il prodotto in tutta la sua aromatica freschezza. Soprattutto per questo motivo, nei mesi tra metà ottobre e metà novembre, l’autunno istriano acquista un’atmosfera calda e peculiare. Vista la ricchezza del territorio, noto anche per le numerose strade del vino e l’ottimo olio d’oliva, diverse sono le manifestazioni che celebrano i sapori locali attirando numerosi visitatori buongustai. Protagonisti restano però il tartufo bianco e il suo inconfondibile profumo, più pronunciato e intenso rispetto agli altri tipi di tartufo.
Particolarmente adatta alla proliferazione del prezioso tubero, e quindi generosa nell’offerta di ristoranti tipici e aziende agrituristiche, risulta essere la valle del fiume Quieto (Mirna). Nello specifico, è piuttosto noto il querceto che si estende attorno alla pittoresca Montona (Motovun) sino al limitare con Buzet, nome croato di Pinguente. Proprio quest’ultima, infatti, situata nell’Istria settentrionale a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, è stata ufficialmente nominata dal 1999 “città del tartufo”.

Adagiata su un colle alto 151 metri, sotto il massiccio della Ciceria, il “tetto dell’Istria”, Pinguente fu la sede del potere veneziano nella penisola croata e fa parte degli splendidi borghi medievali che si affacciano sulla valle. Il centro storico è un piccolo museo a cielo aperto dal quale si gode, inoltre, un bel panorama. Oltre alle cinquecentesche Piccola e Grande porta, da vedere sono la fontana cittadina e la monumentale cisterna barocca, rinnovata nel 1789, una delle più belle conservate in Istria. Da Pinguente parte anche l’acquedotto istriano, realizzato negli anni ‘30 dal governo italiano, che arriva sino a Umago, Parenzo e Pisino.
A una decina di chilometri dalla cittadina, in direzione ovest, sono suggestive da visitare le rovine del castello medievale di Pietrapelosa, abbandonato dopo esser stato distrutto da un incendio nel XIX secolo.
Nelle vicinanze di Pinguente sorgono Vetta (Vrh), noto per l’ottima produzione di vini e olio d’oliva, Sovignacco e Colmo (Hum). Il paesino, molto carino, viene dagli istriani annoverato tra i più piccoli al mondo perché conta solo una ventina di abitanti. Da Colmo parte il Viale dei Glagoliti, lungo circa 7 chilometri, che porta a Rozzo (Roc), dichiarato sito culturale da tutelare in virtù delle sue mura e torri medievali, risalenti al periodo romano e veneziano, e soprattutto della chiesetta tardo gotica di Sant’Antonio Abate che conserva uno dei più importanti graffiti glagolitici del XIII secolo.

di Cristina Favento,
articolo pubblicato su Il Piccolo di venerdì 16 novembre 2007

16 novembre 2007

IL SETTECENTO SULLE TAVOLE GORIZIANE

CENE A TEMA E CORSI DI DEGUSTAZIONE LEGATI ALLA MOSTRA “ABITARE IL SETTECENTO” A GORIZIA

Quali pietanze imbandivano le tavole nell’epoca dei Lumi? Quali portate scandivano i pasti, nelle dimore patrizie, nel periodo di maggiore splendore della nobiltà del Settecento?
Sarà davvero affascinante poterlo scoprire grazie ai nuovi percorsi di degustazione che saranno proposti a Gorizia, nei prossimi mesi, in collegamento con la grande mostra “Abitare il Settecento” promossa dai Musei provinciali Gorizia. Allestita nelle splendide sale di Palazzo Attems-Petzenstein, a cura di Raffaella Sgubin e grazie alla consulenza di esperti internazionali e al contributo delle maggiori istituzioni museali centro-europee, l’iniziativa ha il pregio di riportare il museo alla sua dimensione originale di ‘storica’ dimora del Settecento goriziano e mitteleuropeo. Visitabile fino al 24 febbraio 2008, il percorso espositivo proporrà numerose iniziative collaterali, a cominciare dalle degustazioni di vini dolci e abbinamenti cibo-vino a cura del Movimento Turismo del Vino del Friuli Venezia Giulia.
In perfetta armonia con le atmosfere settecentesche, al pubblico si offrirà la possibilità di completare l’incursione storica assaporando alcuni speciali proposte di degustazione che spazieranno dai vini dolci, alla cioccolata, al the. Per maggiori informazioni potete contattare direttamente il Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia (tel 0432.289540, web: http://www.mtvfriulivg.it)/
Imperdibili le iniziative curate da GOIS, il Consorzio Turistico di Gorizia e dell’Isontino, che offrirà proposte turistiche ad hoc per i visitatori. I turisti che faranno tappa a Gorizia nel periodo della mostra potranno quindi avvalersi di pacchetti ed occasioni mirate per scoprire le bellezze della città e partecipare alle iniziative collaterali sul territorio. Ma soprattutto, presso alcune sedi di ristorazione della città di Gorizia, sono già state predisposte alcune cene con serata a tema, in cui sarà proposto al pubblico un intero menù a base di pietanze legate naturalmente al Settecento.
Si spazierà dunque nei sapori tipici dell’epoca, facendo leva su ingredienti e prodotti che risultano tuttora caratterizzanti rispetto al territorio. Verranno inizialmente servite sardelle fresche e una fumante zuppa di sedano, quindi pallottole di farina con burro e ricotta affumicata, per poi proporre una selezione di carni, oseletti col maiale e manzo ad intingolo servito con fette di pane cotte nel vino. Dolce suggello della cena saranno le frittelle di mele guarnite con sciroppo al caffè. Inutile dire che i vini saranno tutti in abbinamento con i piatti e le ricette, frutto di una ricerca su testi di cucina del Settecento, e quindi perfettamente in target con la tematica descritta nella mostra.Durante la serata i commensali potranno usufruire di una vera e propria rievocazione delle atmosfere ed abitudini di vita del periodo, un percorso di narrazione ideato per completare la piacevole full immersion nella serata settecentesca.
Oltre alle cene, GOIS proporrà anche alcuni corsi di degustazione organizzati presso Palazzo Lantieri, altra tipica dimora goriziana del periodo dei Lumi. Le cene sono prenotabili presso GOIS tutti i giorni ad esclusione del lunedi (giorno di chiusura): tel. 0432.200371, info@gois.it.
articolo pubblicato su Il Piccolo di venerdì 16 novembre 2007

15 novembre 2007

RADIOHEAD, FREE OFFER FOR THEIR NEW ALBUM

Grandi non solo musicalmente, i Radiohead permettono di scaricare il loro ultimo album versando un'offerta libera:

http://www.inrainbows.com/

Premiate onestà e il valore del disco, davvero bello, offrendo quel che potete, non speculate, in coscienza.

Cris

13 novembre 2007

FEDE


E' pioggia fredda
il tuo sguardo ferito
stasera

Riesci sempre a bagnare le carte,
lasciare il gioco a metà
annegare le piume
prima che sia vento


di Velvet Afri

09 novembre 2007

ARTISSIMA 2007 A TORINO

TORINO. Da oggi sino a domenica, Torino si fa capitale mondiale dell’arte contemporanea con “Artissima”, un appuntamento d’obbligo per esperti e appassionati. Dedicata alle proposte artistiche più innovative, interessanti e attuali, la fiera rappresenta un osservatorio privilegiato sulle ultime tendenze e un’interessante vetrina sulla migliore ricerca internazionale nel campo delle arti visive.

L’edizione di quest’anno mantiene la tradizionale suddivisione in sezioni ma, con uno sguardo volto al futuro, concentra maggiormente l'attenzione sulle giovani generazioni di galleristi e autori. Provenienti da 17 diversi paesi, sono 131 le gallerie presenti a Lingotto Fiere, tutte già molto note soprattutto per la qualità delle proposte e degli artisti rappresentati.
Due vere e proprie mostre, con un percorso espositivo curatoriale, sono dedicate alle sezioni speciali “Present Future”, riservata a 15 artisti emergenti, e “Constellations”, dedicata a 10 grandi lavori di carattere museale selezionati da due nomi prestigiosi come Marc Olivier Wahler e Daniel Birnbaum, rispettivamente direttori del museo Palais de Tokyo di Parigi e del Portikus di Francoforte.
“New Entries”, fucina di emergenti creatività, ospita 17 giovani gallerie d'avanguardia, aperte dopo il 2002 e provenienti soprattutto da Europa e Stati Uniti, che perseguono attività di ricerca e sperimentazione artistica. “Video Lounge” spazia tra le più recenti creazioni di una quarantina di artisti internazionali che lavorano con film, video e animazione. I video, proiettati una volta al giorno su tre grandi schermi, mescolano allucinazioni, documentari, visioni e sguardi digitali che guidano gli spettatori in un viaggio tra mondi possibili e nuovi paesaggi dell’immaginario.
In programma ci sono anche numerosi incontri, convegni e workshop. Per il grande pubblico, segnaliamo “Ascolta chi scrive”, che offre la possibilità di partecipare a speciali visite guidate curate da alcuni noti critici e giornalisti.
“Le gallerie, pur rimanendo il perno dell’intero progetto culturale, non bastano” spiega Andrea Bellini, che ha sostituito Roberto Casiraghi alla guida della manifestazione torinese “come a Londra con Frieze, oppure a Basilea e Miami con Art Basel, anche a Torino la fiera deve essere un'occasione per riempire la città di arte e cultura”. Quello di Bellini è, in effetti, un programma culturale ambizioso, con un ricco "fuori fiera" a base di performance, mostre ed eventi collaterali. Tra questi "Artissima cinema", che racconta la città di Shanghai vista con gli occhi di alcuni artisti e film maker selezionati dalla fondazione Merz, “Artissima Fumetto”, che ripercorre la carriera artistica di Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, e "Artissima Volume”, con la partecipazione di alcuni protagonisti delle neo-avanguardie musicali.
Durante la fiera, inoltre, nell’ambito di “Contemporary Arts Torino Piemonte”, nelle vie e piazze si potranno ammirare le Luci d’Artista; musei, fondazioni, spazi pubblici e privati ospiteranno inaugurazioni e mostre internazionali, osservando domani una prolungata apertura straordinaria in occasione della notte delle arti contemporanee, che culminerà nel grande party musicale realizzato da Club to Club.
di Cristina Favento,
articolo pubblicato su Il Piccolo di venerdì 9 novembre 2007

07 novembre 2007

LA MAGIA DI POFFABRO

Tra le cittadine più carine da visitare nella provincia di Pordenone ci sono sicuramente San Vito, Sacile, San Quirino (eccellente la cucina all’antica trattoria “La Primula”), Valvasone e Maniago, cittadina di fabbri e coltellai. Meno conosciuto ma da non perdere è il paesino di Poffabro, famoso per la sua architettura rurale, definita dal pittore Armando Pizzinato “l’esempio più razionale e fantasioso delle nostre Prealpi”, e ufficialmente incluso tra i cento borghi più belli d'Italia. Non vi sono edifici magniloquenti o curiosità particolari, la magia del posto, una frazione del comune di Frisanco che si trova in Val Colvera, salendo da Pordenone verso il lago di Barcis, sta soprattutto nelle tipiche case in pietra dai ballatoi in legno, semplici e austere, e nella sua atmosfera intima e raccolta, in armonia con la natura. Passeggiando tra le vie si ha davvero l’impressione di compiere un viaggio fuori dal tempo. A dicembre il paese si trasforma in un incantevole presepe a cielo aperto.

Tipici prodotti di Poffabro sono le “scarpeti”, pantofoline in velluto lavorate a mano dagli ultimi artigiani, oppure oggetti in legno e vimini. La cucina locale, da assaporare vicino al caminetto dell’albergo ristorante Raut (0427-78026), è quella tipica costituita dalle specialità di stagione come funghi, erbe, selvaggina, lumache, frico e crostate fatte in casa. Ottimi anche gli insaccati e la “pitina”, tradizionale impasto di carne macinata e aromatizzata che viene conservata affumicata e può essere consumata cruda o cotta.

di Cristina Favento,
pubblicato su Il Piccolo di venerdì 2 novembre 2007

05 novembre 2007

LE VOCI DELL'INCHIESTA A PORDENONE

PORDENONE. Sono davvero tante le riflessioni possibili e necessarie sulla società e sulla cultura mediatica. A creare una nuova occasione di discussione e d’incontro ci ha pensato “le voci dell’inchiesta”, organizzato a Pordenone da Cinemazero e dall’Università degli Studi di Udine. L’originale festival, iniziato mercoledì e in programma sino a domenica (www.cinemazero.org), riunisce alcuni grandi protagonisti dell’inchiesta giornalistica in tutte le sue diverse manifestazioni.
Alla presenza di scrittori, registi e giornalisti, tra i quali Giovanni Minoli, Marco Travaglio, Ugo Gregoretti, Corradino Mineo, Italo Moscati, Riccardo Iacona ed Enrico Deaglio, s’indaga la varietà di un attualissimo genere d’informazione attraverso incursioni che vanno dal cinema alla televisione, dalla radio alla fotografia, dalla carta stampata ai nuovi media.

Tra un’incontro e l’altro, merita riscoprire il fascino di Pordenone e provincia. La città conserva un bel centro storico dove spiccano numerosi edifici di pregio in stile gotico e rinascimentale. Percorrendo la via principale, il corso Vittorio Emanuele costeggiato ai due lati da lunghi portici e numerosi negozi e caffè, s’incontrano Palazzo Ricchieri, sede del museo civico d’arte, e Palazzo Monreale Mantica, Casa Vianello e Casa Simoni, sino ad arrivare al Municipio e alla piazzetta San Marco, dove spicca il Duomo trecentesco con il suo elegante campanile. Poco distanti, sono visitabili anche il museo archeologico allestito presso il Castello di Torre (a circa 3 km dal centro), il Museo delle Scienze, nel cinquecentesco Palazzo Amalteo, e i deliziosi ex convento e chiesa di San Francesco, oggi adibito a usi artistico-culturali.

di Cristina Favento,

pubblicato su Il Piccolo di venerdì 2 novembre 2007

UN FIORE PER VOI, "COME SOPRA UNA NUVOLA"