12 febbraio 2008

RACCONTARE CON IMMAGINI E MUSICA, INTERVISTA A CHIARA CARMINATI

Oggi alle ore 15, alla biblioteca Quarantotti Gambini, Chiara Carminati presenterà “Quadri di un’esposizione”, il suo ultimo lavoro dedicato all’infanzia. Illustrato da Pia Valentinis, il libro propone una nuova traduzione in forme e colori dell’opera di Modest Mussorskij. All’incontro con l’autrice, intervallato con musica dal vivo, seguirà al Teatro Miela (ore 21) lo spettacolo “Map, la prima carta del mondo”. Domenica 17, alle ore 17, sarà la volta di “Parole Matte”, incontro di musica, filastrocche e poesia, mentre alle ore 21 seguirà “Taccuino Sudamerica, storie di sogni, sorprese e sorrisi” dai racconti di Eduardo Galeano.
Accompagnata dai musicisti Giovanna Pezzetta e Leo Virgili, voce narrante degli appuntamenti, tutti organizzati nell'ambito della “Settimana della Linea Armonica”, sarà sempre Chiara Carminati. “Come racconto ai bambini, il mio lavoro è come un albero: ha un tronco unico - l'amore per le parole, i libri, le storie - che si sviluppa in tanti rami” svela l’autrice, attrice e giornalista “Nei laboratori si gioca con la poesia, si esplorano i libri per bambini e ragazzi presenti nelle biblioteche. Gli spettacoli sono delle letture ad alta voce, amplificate dalla musica e dalle immagini. Scrivere libri è un altro modo ancora di raccontare, che fa viaggiare le parole nello spazio e nel tempo”.
Come avviene il passaggio dal testo alla messinscena?
Per noi la messinscena è il testo. Non sentiamo il bisogno di un regista, consideriamo la nostra attività non come uno spettacolo teatrale, quanto come un lavoro di gruppo su parole, musica e immagini, ma è prima di tutto il testo quello che vogliamo far passare.
Resta, però, fondamentale l'anima musicale...
La poesia è musica fatta con le parole. L'incontro con i musicisti della Linea Armonica mi ha insegnato tantissimo. Assistere alla nascita e trasformazione musicale dei nostri spettacoli, mi ha aiutato anche nella "traduzione" in versi e storie delle musiche di Vivaldi, Saint-Saens e Mussorskji.

Che cosa vi preme trasmettere al vostro pubblico?
Vogliamo dare un'occasione giocosa di ascolto a grandi e bambini insieme. Uno spazio calmo da concedere all'immaginazione. Oggi i bambini sono abituati ad un ascolto molto visivo, passivo, noi vogliamo, invece, stimolarli ad un ascolto più creativo.

Perché proprio i testi di Eduardo Galeano?
È stato un incontro fulminante. I suoi racconti sono eccezionali per brevità e forza espressiva. Riescono a coniugare ironia e denuncia, sempre con molta consapevolezza.

di Cristina Favento,
articolo pubblicato su Il Piccolo di martedì 12 febbrario 2008

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